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12 Agosto 2025 - 13:50
Il Vaticano compie un passo in avanti sul fronte dei diritti dei lavoratori e della tutela della famiglia. Con un nuovo Rescriptum ex audientia approvato da Leone XIV, lo Stato della Città del Vaticano introduce, per la prima volta, forme strutturate di permesso retribuito in occasione della nascita di un figlio e per l’assistenza a minori con disabilità. Secondo quanto stabilito dal documento, il dipendente «ha diritto a cinque giorni di permesso retribuito in occasione della nascita di un figlio, da intendersi come giorni lavorativi», da utilizzare in forma continuativa o frazionata, entro 30 giorni dall’evento. Il trattamento economico previsto è pari al 100% dello stipendio.
Altra importante novità riguarda le famiglie con figli disabili: i genitori, alternativamente, potranno beneficiare di tre giorni al mese di permesso retribuito, anche consecutivi, a condizione che il figlio non sia ricoverato a tempo pieno. Il pacchetto di misure comprende inoltre l’estensione dell’assegno familiare per i figli maggiorenni: fino a 20 anni in caso di studi secondari e fino a 26 anni se impegnati in percorsi universitari, purché documentati.
Le disposizioni sono frutto dell’intesa tra il Papa e l’Ulsa, l’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, che ha agito su proposta del prefetto dell’Economia, Maximino Caballero Ledo, dopo l’udienza del 28 luglio scorso. Il Consiglio dell’Ulsa, composto da rappresentanti dei dicasteri e dei lavoratori, ha approvato all’unanimità la proposta, poi formalizzata da Leone XIV. Le nuove misure colmano un vuoto normativo che da tempo veniva criticato anche all’interno del Vaticano. Finora, infatti, le tutele per i lavoratori e le famiglie erano molto limitate, in contrasto con i continui richiami dei Pontefici alla centralità della famiglia e alla dignità della persona. Accoglie positivamente la novità l’Associazione dei Dipendenti Laici del Vaticano, che rivendica anni di confronto e mobilitazione. «Riteniamo che ogni famiglia con figli abbia diritto agli assegni familiari, seppur in misura proporzionale alla propria situazione patrimoniale», afferma l’associazione, che auspica ulteriori passi in avanti soprattutto in materia di disabilità e pari trattamento tra lavoratori laici e religiosi.
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