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Il caso
14 Agosto 2025 - 21:00
Sotto il sole di un’estate che non dà tregua, dietro le mura spesse del carcere Lorusso e Cutugno, zona Vallette, continua a vivere una quotidianità fatta di numeri in salita e spazi inadeguati.
Stamani una delegazione del Partito Radicale ha varcato i cancelli dell’istituto penitenziario per una visita ispettiva. Facevano parte del gruppo Bruno Mellano, già Garante dei detenuti del Piemonte; Alberto Nigra, parlamentare; e gli attivisti Marianna Ferrara e Alessandro Masci, dell’Associazione Marco Pannella di Torino. Ad accoglierli, la direttrice Elena Lombardi Vallauri e il comandante Luca Morali. Insieme hanno visitato due delle attività lavorative presenti all’interno del carcere: la lavanderia industriale della cooperativa Frascati, dove sono impiegati sette detenuti, e il laboratorio di Trade Service, con tredici persone impegnate nel recupero e ripristino di componenti elettroniche. Poi il passaggio più delicato: la sezione 1° del Padiglione C, dove si è verificato l’ultimo suicidio, quello di G.D., 45 anni, di Genova. Nella sala della socialità, gremita, si è tenuta una breve riunione con quasi tutti i 37 detenuti presenti nella sezione, in un confronto diretto e aperto. Le condizioni della struttura, ancora una volta, sono apparse critiche. I problemi sono noti ma non risolti: carenze di personale, servizi igienici inadeguati, assistenza sanitaria ridotta. Alla conta ufficiale della giornata, il carcere ospitava 1.329 detenuti nelle sezioni ordinarie, a cui si aggiungono 47 ammessi al lavoro esterno (di cui 4 donne) e 59 in regime di semilibertà (sempre con 4 donne).
Totale: 1.435 persone recluse, di cui 122 donne, a fronte di una capienza regolamentare di 1.117.
La matematica è impietosa: il sovraffollamento è al 128,5%, superiore anche alla media nazionale del 122% (dato aggiornato a fine luglio).
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