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Commissione vaccini, Salvini attacca Schillaci: “Errore cancellare il dissenso”

Dopo la revoca del Nitag da parte del ministro della Salute, si accende il dibattito politico e scientifico. Il vicepremier parla di errore culturale

Commissione vaccini, Salvini attacca Schillaci: “Errore cancellare il dissenso”

La decisione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di revocare l'intera Commissione nazionale sui vaccini (NITAG) continua a far discutere. Dopo giorni di polemiche innescate dalla presenza di due medici accusati di posizioni no vax – l’ematologo Paolo Bellavite e il pediatra Eugenio Serravalle – il ministro ha annullato in blocco tutte le nomine, annunciando la volontà di istituire una nuova commissione “più rappresentativa degli stakeholder”. Una scelta che ha attirato forti critiche, soprattutto da parte del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “Qui non ci sono dogmi” – ha dichiarato – “e azzerare un comitato consultivo solo perché non allineato al mainstream non mi sembra scientificamente corretto. Prima li ha nominati e poi li ha rimossi. Delle due l’una: o si è distratto prima, o si è distratto dopo”.

Salvini ha poi difeso i due medici esclusi, definendoli professionisti qualificati: “Non li conosco personalmente, ma da quanto ho letto non si definiscono no vax. Avevano solo espresso dubbi sull’obbligo vaccinale per i minori, un tema su cui si interrogano migliaia di medici e milioni di cittadini. Uno di loro ha insegnato all’università di Padova, non stiamo parlando di chiacchiere da bar”.
A intervenire nel dibattito anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha commentato: “Gli organismi consultivi devono essere pluralisti. La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Servono spazi per le tesi alternative, non censure”.

Intanto, dal ministero della Salute si sottolinea che la revoca è stata decisa nell’interesse della salute pubblica:
“Serve rigore, serietà e un lavoro lontano dal clamore mediatico”, ha dichiarato Schillaci, rivendicando la scelta come necessaria per garantire equilibrio e autorevolezza scientifica all’interno della Commissione. Dopo le dimissioni forzate, Paolo Bellavite ha parlato di sé come “capro espiatorio”, lamentando di essere stato allontanato “non per quello che ha detto nella Commissione, ma per il suo passato”, riferendosi a precedenti pubblicazioni critiche verso la gestione pandemica.

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