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Il caso

31mila uomini in un gruppo pubblico: «Questa è mia moglie», ma lei non lo sa

«Ignare e desiderate»: esplode il gruppo social dello stupro virtuale

31mila uomini in un gruppo pubblico: «Questa è mia moglie», ma lei non lo sa

Si chiama Mia moglie ❤️❤️❤️” ed è un gruppo Facebook pubblico, visibile a chiunque, dove ogni giorno decine di uomini pubblicano e commentano foto intime o rubate di donne inconsapevoli. Nessuna richiesta di accesso, nessun filtro all’ingresso: basta un clic per entrare in uno spazio in cui l’assenza di consenso è parte del giocoGli iscritti sono oltre 31 mila. I messaggi – tutti firmati da profili più o meno anonimi – vanno dalle fantasie più esplicite agli annunci che sembrano richieste d'incontri borderline: «Non sono un abitué, cerco rispetto e riservatezza. Precedenza a persone single».
Oppure: «Dal Piemonte, qualcuno con cui parlare di mia moglie (ignara)?».
E poi discussioni surreali travestite da sondaggio erotico:
«Meglio con o senza pelo? Io tifo pelo tutta la vita, più ce n’è, più godo».

Il materiale condiviso spesso mostra donne ritratte in costume, a cena, sulla spiaggia, in atteggiamenti privati o di vita quotidiana. Foto probabilmente pensate per restare all’interno di una cerchia ristretta, o scattate di nascosto, come molti stessi utenti ammettono nei commenti: «Lei non sa di essere stata fotografata».


E non manca chi parla apertamente di mogli ignare, di rapporti segreti, o peggio, di incesto. Ma all’interno del gruppo, chi prova a ricordare che la condivisione non autorizzata di immagini intime è un reato, viene subito zittito, insultato o deriso. Qualcuno ha avvisato di aver già fatto segnalazioni alla polizia postale. Eppure, la reazione degli altri è spesso sprezzante: «Tutti i giorni un moralista. Vai a pregare il tuo Dio, ma non rompere». Il timore di conseguenze, però, inizia a serpeggiare. Alcuni utenti suggeriscono di “spostarsi su Telegram, dove è più sicuro”, invocando privacy e meno controlli. Ma la frittata è fatta: le denunce sono già partite, e la polizia postale sta raccogliendo segnalazioni per identificare i responsabili. Nel frattempo, le foto continuano ad accumularsi, tra like e commenti. E le donne coinvolte, quasi sempre inconsapevoli, continuano a essere esposte. Non in un angolo oscuro del web, ma alla luce del sole, su una delle piattaforme più popolari al mondo.

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