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Scoiattoli zombie e conigli frankenstein: i virus arrivati nei parchi pubblici

Roditori con bubboni e lesioni spaventano i cittadini, ma gli esperti spiegano che si tratta di malattie naturali e non contagiose

Scoiattoli zombie e conigli frankenstein: i virus arrivati nei parchi pubblici

Negli ultimi giorni gli Stati Uniti e il Canada hanno assistito a un fenomeno che sembra uscito da un film horror. Dopo i famigerati “conigli Frankenstein” del Colorado, ora è il turno degli scoiattoli: residenti e visitatori di parchi e cortili segnalano roditori dall’aspetto inquietante, con lesioni, bubboni e piaghe glabre, tanto da essere soprannominati sui socialscoiattoli zombie”.

I primi avvistamenti di massa risalgono al 2023, quando foto di scoiattoli grigi orientali con escrescenze sul muso e sugli arti hanno iniziato a circolare su Twitter e Reddit. Quest’estate, il fenomeno si ripete, alimentando preoccupazioni e teorie su un’epidemia misteriosa. Tuttavia, gli esperti spiegano che la causa è nota: si tratta della fibromatosi degli scoiattoli, causata dallo Squirrel Fibromatosis Virus (SFV), un poxvirus della stessa famiglia del vaiolo umano e del myxoma dei conigli, già documentato dagli anni ’50.

Secondo il Dipartimento delle Risorse Naturali del Wisconsin, la malattia provoca fibromi e escrescenze simili a verruche, che variano per dimensione e numero. Colpisce soprattutto i giovani scoiattoli e si trasmette tramite insetti pungitori come zanzare e pulci.

Secondo la biologa della fauna selvatica del Maine, Shevenell Webb, le mangiatoie per uccelli possono favorire la diffusione del virus. Scoiattoli malati che frequentano questi punti di alimentazione lasciano fluidi o saliva sui semi, aumentando il rischio di contagio tra animali che si radunano in gruppo, in modo simile a quanto accade nelle epidemie umane.

Il nome “scoiattoli zombie” può sembrare minaccioso, ma gli specialisti rassicurano: il virus non rappresenta alcun rischio per esseri umani, cani o gatti. La malattia è quasi esclusivamente specie-specifica per gli scoiattoli. Nella maggior parte dei casi, i fibromi regrediscono spontaneamente in settimane o mesi, lasciando cicatrici ma senza compromettere la sopravvivenza. Solo in casi gravi, quando i tumori ostacolano vista, movimento o alimentazione, l’animale può morire o diventare preda più facilmente.

Nonostante le immagini impressionanti che circolano online, gli esperti statunitensi sottolineano che il virus non sta decimando le popolazioni di scoiattoli. In regioni come il Michigan, la fibromatosi è endemica, ma non ha causato effetti significativi sugli ecosistemi locali. Il consiglio principale è semplice: non toccare o catturare gli scoiattoli malati e evitare condizioni che favoriscano la trasmissione del virus, come acqua stagnante o mangiatoie troppo affollate.

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