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Psicologia
21 Agosto 2025 - 18:40
Foto di repertorio
Le piattaforme social più popolari tra i ragazzi, TikTok e Instagram, finiscono nuovamente sotto accusa. Secondo un rapporto della Molly Rose Foundation, organizzazione britannica per la sicurezza online, i loro algoritmi continuerebbero a proporre in modo sistematico contenuti legati a suicidio, autolesionismo e depressione.
Per lo studio sono stati creati account falsi che simulavano una ragazza di 15 anni già esposta a contenuti sensibili. Da subito, la pagina For You di TikTok e i Reels di Instagram hanno iniziato a suggerire video che trattavano esplicitamente di suicidio, arrivando in alcuni casi a descrivere metodi specifici. «Gli adolescenti vengono bombardati da contenuti pericolosi su scala industriale», ha denunciato Andy Burrows, amministratore delegato della fondazione.
Il tema è particolarmente delicato nel Regno Unito, dove dal luglio 2025 sono in vigore nuove regole che impongono la rimozione rapida dei contenuti illegali e maggiori tutele per i minori. Ma secondo la fondazione poco è cambiato rispetto al 2017, quando la morte della 14enne Molly Russell portò alla luce per la prima volta i rischi di un’esposizione prolungata a contenuti dannosi.
Dal canto suo, TikTok ha respinto le accuse sostenendo che lo studio «non riflette l’esperienza reale degli utenti» e ricordando che il 99% dei contenuti che violano le regole viene rimosso in modo proattivo. Meta, società madre di Instagram, non ha rilasciato dichiarazioni, nonostante negli ultimi anni abbia introdotto strumenti di sicurezza aggiuntivi per gli adolescenti.
La Molly Rose Foundation chiede ora all’Ofcom e al governo britannico interventi più severi, mentre cresce la preoccupazione per l’impatto che questi algoritmi possono avere sulla salute mentale dei più giovani.
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