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Sanità

Protestano per la chiusura del punto nascite, Riboldi fa la voce grossa: "Mortificante"

Botta e risposta dopo l'avvio dei procedimenti disciplinari da parte dell'Asl nei confronti di alcuni dipendenti in flash mob. Arriva anche la dura replica dell'assessore

Una pioggia di miliardi sulle Asl, ma 300mila piemontesi rinunciano alle cure

L'assessore Riboldi

Un flashmob pacifico in piazza dei Martiri a Borgosesia, lo scorso 28 luglio, che diventa un affronto al decoro dell’Azienda Sanitaria. Tanto da giustificare l’avvio del procedimento disciplinare nei confronti di alcuni dipendenti dell’Asl di Vercelli e il commento amaro dell’assessore regionale alla Sanità che definisce l’iniziativa addirittura “mortificante”.

Chissà se il gruppo di mamme e dipendenti in protesta pacifica ed “educata” contro la chiusura del punto nascita del vercellese, che non arriva ai 500 parti previsti per legge—anzi, non ne raggiunge neanche cento—lo avrebbero mai immaginato.

La questione infatti si è fatta subito politica. Riboldi prima si discosta dall’Asl di Vercelli e ribadisce la legittimità a protestare senza provvedimenti di carattere sanzionatorio, ma poi fa una “tirata di orecchie” a chi ha protestato.

“Restando nell’ambito delle opinioni - premette - devo osservare che vedere operatori sanitari di un presidio ospedaliero, che sarà oggetto di forti investimenti (i 500mila spesi per la ristrutturazione del pronto soccorso inaugurata pochi giorni fa sono solo l’antipasto), protestare vibratamente per un punto nascita che purtroppo non raggiunge i 100 parti all’anno perché due terzi dei residenti che devono partorire decidono di farlo altrove, è mortificante; tradisce l’esperienza clinica che gli stessi dovrebbero avere in favore della propaganda politica”, è il suo commento.

“È stato solo un flashmob per manifestare contro il rischio di chiusura, in difesa della sanità pubblica”, dichiara Massimo Esposto, segretario generale di Fp Cgil. “Non si era mai vista una contestazione disciplinare per questo. La questione è più politica. Le norme hanno valore universale ma quando si chiude un servizio bisognerebbe aprire un tavolo. Tutto questo è venuto a mancare. Questo è il grande errore”, aggiunge.

La Cgil ha annunciato assistenza legale, difendendo il diritto a manifestare. Intanto, sedici sindaci del territorio hanno scritto a Riboldi e al direttore dell’Asl Marco Ricci, chiedendo ufficialmente di non chiudere il Punto Nascita.

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