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Scenari
24 Agosto 2025 - 07:40
Il primo a parlarne è stato Pasquino, il satiro di questo giornale. Voleva fare dell’ironia (è il suo mestiere), ma ha anche posto una questione molto seria. Pasquino, scrivendo degli sconfinamenti di Giro, Tour e Vuelta, ha ipotizzato una gara ciclistica europea. C’è poco da ridere, è una buona idea e potrebbe trasformarsi in un’iniziativa che, sia pur indirettamente, potrebbe contribuire all’unione dei popoli e alla pace nel Continente. Una corsa a tappe che partendo da Sud o da Nord (è indifferente) tocchi tutti gli Stati d’Europa, non solo quelli della Ue, ma anche gli altri, a cominciare dall’Ucraina, con un traguardo anche a Kiev. Un’altra tappa, invece, con traguardo a Londra, potrebbe riavvicinare l’Inghilterra al Vecchio Continente. Il ciclismo, più ancora del calcio, è sport e festa di popolo; è esempio di solidarietà e mutuo soccorso.
Basta guardarsi un po’ indietro: le foto ingiallite di Coppi e Bartali che si scambiano la borraccia, ancora Bartali che vince al Tour ed evita la guerra civile che stava per esplodere in Italia dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. La carovana dei corridori in bicicletta unisce la gente in un grande abbraccio e trasforma le tensioni in festa e gioia. Sì, ci vorrebbe un Giro d’Europa e i potenti della Terra a questo dovrebbero pensare. Nessuna armata è mai riuscita ad arrivare a Mosca, ma il serpentone dei corridori potrebbe tagliare il traguardo sulla Piazza Rossa e portare una speranza di concordia oltre quella che un tempo veniva definita la “cortina di ferro”. Ci pensi Cairo, già organizza il Giro (che quest’anno è sconfinato in Vaticano e i ciclisti sono stati benedetti dal Papa), potrebbe fare il bis con quello d’Europa.
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