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CICLISMO

La Vuelta è partita, da Venaria Reale al Motovelodromo Fausto Coppi il calore di Torino ha sospinto i campioni

Grande festa per il primo via dall'Italia nella storia della corsa a tappe

La Vuelta è partita, da Venaria Reale al Motovelodromo Fausto Coppi il calore di Torino ha sospinto i campioni

I protagonisti de La Vuelta transitano al Km 0 davanti al Motovelodromo Fausto Coppi

La passione di Torino ha accolto la partenza della 80ª edizione de La Vuelta a España, nel 90° anniversario della sua nascita. La prima tappa è iniziata dalla Reggia di Venaria Reale, alla presenza, fra gli altri, del principe Alberto di Monaco, dal momento che il prossimo anno la corsa a tappe prenderà il via dal Principato, ma i primi 13,5 km sono stati una sorta di passerella.

Il cronometro è scattato quando la carovana, accolta da migliaia di persone di tutte le età lungo le strade, è transitata al chilometro zero, davanti al monumento dedicato a Fausto Coppi, situato di fronte al Motovelodromo a lui intitolato. L’impianto di corso Casale 144, all’interno del quale è stato possibile seguire la tappa sul maxischermo, è stato fin dal mattino il punto di riferimento della manifestazione.

Il giornalista e scrittore Beppe Conti ha presentato il suo libro “C’era una Vuelta”, raccontando curiosità e leggende di un evento che ha fatto la storia del ciclismo mondiale. Hanno partecipato il campione torinese Fabio Felline e Angelo Marello, che con Nino Defilippis (rappresentato dal figlio Fabrizio) è stato il principale promotore del monumento a Coppi, inaugurato nel 2002. Felline a La Vuelta nel 2016 si è aggiudicato la maglia verde della classifica a punti.

«Quella vittoria - ricorda - è stata sudata e inaspettata. È arrivata per merito della continuità, con tre terzi posti, due secondi, un settimo e un decimo. Per un terzo della durata sono stato davanti a battagliare. Essendo stata la gara a tappe in cui ho ottenuto il risultato migliore, iniziare La Vuelta da Torino sarebbe stato speciale. Sono comunque già stato fortunato, perché nel 2022 ho vissuto una partenza del Giro d’Italia in città e prima, nel 2015, c’era stata l’ultima tappa con il via da Torino». Impossibile non chiedergli un pronostico: «Vedo un favorito su tutti, che è Vingegaard, con Almeida e Ayuso che possono impensierirlo. Ci saranno poche volate e molto spettacolo in salita».

Felline si era ritirato nel 2024 e da poco ha deciso di riprendere: «Mi è arrivata la proposta dalla CSB Colpack, la squadra con la quale avevo corso da dilettante, e l’ho accettata. Dalla prossima settimana faremo tutte le classiche italiane e, in base alle sensazioni, vedrò se proseguire il prossimo anno».

Marello parla con orgoglio del monumento: «Con i suoi 11 metri è il più alto monumento sportivo del mondo. L’ha realizzato l’amico fraterno Pippo Tarantino, anche lui tifoso del Toro, e vedere la partenza della Vuelta proprio lì davanti per me è una soddisfazione e anche una grande emozione». Felice di esserci era anche, con tutta la famiglia, Marco Conterno, figlio di Angelo, il torinese primo vincitore italiano de La Vuelta nel 1956.

Intanto si pensa a ospitare i Mondiali. «Il Piemonte - spiega il presidente della Regione Alberto Cirio - lo deve a Fausto Coppi, ma anche alla meraviglia delle sue montagne e dei suoi percorsi, oltre che di tutto quello che è il cicloturismo. Questi eventi per noi sono investimenti, il ritorno è di 4-5 volte superiore. Questa è l'economia del Piemonte, che vive di turismo ormai al di sopra del 10% del proprio Pil».

Al Motovelodromo, prima di mescolarsi alla folla in strada, si esprime sulla rassegna iridata anche il sindaco Stefano Lo Russo. Dal 2031 in poi si annuncia battaglia con la candidatura del Trentino. «Siamo abituati a competere – ha affermato il primo cittadino - e gli eventi, dopo averli presi, bisogna essere capaci a organizzarli, come stiamo dimostrando in questi anni di saper fare molto bene in ogni situazione. Siamo convinti che anche in questa occasione potremo giocarci le nostre carte».

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