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Il caso
27 Agosto 2025 - 06:31
Un messaggio sul cellulare mentre è a pranzo, vicino al centro città, con un’amica. La notifica arriva dall’app della banca: pagamento effettuato. Importo: 6849,76 dirham, ovvero 652 euro. Destinazione: una struttura ricettiva a quattro stelle con vista panoramica in Marocco. Peccato che lei, una 36enne torinese, in Marocco non ci sia mai stata.
La donna si precipita in banca, sperando in un errore. Ma l’addebito è reale. Qualcuno ha utilizzato la sua carta per pagare il soggiorno. Nessuna richiesta di conferma OTP, nessuna segnalazione preventiva. Il pagamento risulta “regolare”.
Per la precisione, il messaggio dell’app riporta la dicitura “pagamento manuale”.
La banca blocca immediatamente la carta e apre un ticket. Ma i tempi per il rimborso restano incerti. La vittima si rivolge ai carabinieri di San Salvario per sporgere denuncia per frode. E intanto si interroga: «Siamo a fine mese, Se fosse successo a una donna anziana, magari una pensionata che vive con 700 euro al mese, come avrebbe potuto sopravvivere dopo una cosa del genere?».
Un episodio simile era capitato a inizio agosto a un uomo di quarant’anni, un professionista torinese: mentre si trovava nel suo ufficio a Rivoli, riceve un messaggio per un addebito rifiutato di circa 300 euro. Insospettito, controlla l’estratto conto e scopre che pochi giorni prima un pagamento della stessa cifra, verso una società americana di noleggio auto, era invece andato a buon fine.
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