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Lo studio

Europa, allarme pensioni: senza riforme la povertà in vecchiaia diventerà la norma

Un europeo su cinque a rischio. EIOPA: “Servono sistemi integrativi obbligatori”

Europa, allarme pensioni: senza riforme la povertà in vecchiaia diventerà la norma

L’Europa rischia una crisi sociale senza precedenti se i sistemi pensionistici non verranno profondamente riformati. L’allarme arriva da Petra Hielkema, presidente dell’EIOPA (l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), che in un’intervista a Politico ha avvertito: «Un europeo su cinque è già oggi a rischio povertà in vecchiaia. Per le donne il rischio è addirittura del 30% più alto».

Il modello tradizionale europeo, basato soprattutto sulle pensioni pubbliche, non regge più. Con l’invecchiamento della popolazione e il crollo delle nascite, tra quarant’anni ci saranno appena 1,5 lavoratori per ogni pensionato, la metà rispetto a oggi. «Alcuni Paesi sono già in questa situazione. È insostenibile», ha sottolineato Hielkema. Il peso crescente delle pensioni pubbliche, sommato ai costi di sanità e assistenza, rischia di far esplodere i bilanci statali.

La via d’uscita, secondo EIOPA, è lo sviluppo di sistemi pensionistici complementari. Il modello vincente è quello scandinavo, dove ai contributi statali si affiancano fondi pensione occupazionali e prodotti finanziari dedicati. In Svezia, ad esempio, i fondi pensione valgono il 92% del PIL; in Germania, nonostante una popolazione otto volte maggiore, ammontano a soli 267 miliardi di euro, contro i 516 miliardi svedesi.

Per aumentare la platea dei lavoratori che risparmiano per la pensione, la Commissione europea proporrà entro l’anno una misura chiave: l’iscrizione automatica ai fondi pensione aziendali, con possibilità di recesso solo tramite esplicita richiesta. Una strategia già adottata con successo in Regno Unito, Italia e Polonia.

A breve la Commissione presenterà un pacchetto di raccomandazioni:

  • conti digitali personalizzati per monitorare risparmi e investimenti;

  • dashboard trasparenti sui diritti pensionistici maturati;

  • incentivi fiscali per rendere più appetibili i fondi integrativi;

  • una revisione delle norme Ue sui fondi pensione e sui prodotti di investimento dedicati.

L’obiettivo è coinvolgere anche i lavoratori autonomi e della gig economy, oggi spesso esclusi da ogni forma di risparmio previdenziale.

Il nodo resta però politico: in molti Paesi la riforma delle pensioni è terreno di scontro. In Francia il governo Bayrou è caduto anche a causa del tema previdenziale, mentre in Germania il cancelliere Friedrich Merz ha suscitato proteste proponendo ai giovani di farsi carico in anticipo del proprio futuro pensionistico. «Il problema è sotto gli occhi di tutti – ha concluso Hielkema –. Serve un sistema che garantisca stabilità sociale e che al tempo stesso indirizzi i risparmi verso investimenti utili per la crescita europea».

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