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Proposte su pensioni, fisco e salari: partiti divisi sull’uso del Tfr

La Lega propone di usare il Tfr per anticipare la pensione, Fratelli d’Italia spinge per i fondi integrativi. Critiche dall’opposizione: “È dei lavoratori”.

Proposte su pensioni, fisco e salari: partiti divisi sull’uso del Tfr

Salari, contratti, fisco, pensioni e Tfr sono tornati al centro del dibattito politico estivo, con i partiti già proiettati verso la prossima legge di bilancio 2026. Come ogni anno, alla chiusura del Parlamento, prende il via il confronto sulle priorità economiche del Paese, stavolta intrecciato con la campagna elettorale per le regionali.
La Lega propone una nuova rottamazione, il blocco dell’aumento dell’età pensionabile e la possibilità di andare in pensione a 64 anni. Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, una delle chiavi per raggiungere questi obiettivi potrebbe risiedere nel Tfr, da trasferire all’Inps per generare una rendita pensionistica o come fondo per la long term care, alla luce dell’invecchiamento della popolazione.

Sul tema interviene anche Fratelli d’Italia: il presidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, rilancia l’idea del versamento del Tfr nei fondi pensione, proponendo il ripristino del “semestre di silenzio-assenso” e un possibile aumento della deducibilità fiscale, oggi ferma a 5.160 euro. Dura la replica dell’opposizione. Il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto avverte: «Il Tfr è dei lavoratori, non di Durigon», invitando la maggioranza a non utilizzarlo come strumento di copertura per la manovra.
Intanto, Forza Italia spinge per la detassazione di straordinari, premi di produzione e lavoro festivo, sottolineando anche la proposta di detassazione dei rinnovi contrattuali.

Il percorso verso la definizione della manovra resta aperto. Il primo intervento pubblico del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è previsto il 7 settembre a Cernobbio, mentre le entrate fiscali di luglio, attese per il 5 settembre, serviranno a delineare i margini economici per la prossima manovra.

Infine, torna il tema delle banche. Dopo l’intervento del 2023, la legge di bilancio 2025 ha previsto il congelamento della deduzione delle Dta per i periodi d’imposta 2025-2026. Le banche non potranno ridurre l’imponibile, ma recupereranno gli importi dal 2027 al 2030.

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