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GIUSTIZIA

Ladro in tribunale: «Non temo la galera. Ma ho molta paura della mia compagna»

La tragicomica storia di un uomo di 30 anni che si è messo nei guai

Ladro in tribunale: «Non temo la galera. Ma ho molta paura della mia compagna»

Se c'è una cosa che ha davvero messo in ginocchio un ladro di trent'anni in tribunale, non è stata la paura del carcere, né tantomeno la prospettiva di perdere il lavoro. No, la vera ansia che ha fatto tremare l'uomo accusato di tentato furto è stata un'altra: «Mi fa paura perdere mia compagna e mia figlia. Lei mi lascerebbe in quest’aula, mi butterebbe fuori di casa. Mi fa venire il panico». A dirlo è un uomo che si è ritrovato in tribunale per aver rubato uno zaino da un pullman di bambini.
Come in un film grottesco, la sua preoccupazione non era tanto per la condanna, ma per il giorno in cui avrebbe dovuto tornare a casa e, forse, ricevere il trattamento peggiore di tutti: «La mia compagna non mi ha parlato per un giorno intero», ha confessato, come un ragazzino che teme il rimprovero. Alla fine, la giudice ha convalidato l'arresto, ma ha deciso per gli arresti domiciliari con obbligo di firma, permettendogli di riprendere il lavoro dal primo settembre. E mentre l'uomo si allontanava, la compagna è entrata in aula. La giudice, con un sorriso che sapeva di comprensione, l’ha definita «una santa». L’avvocato ha aggiunto, mezzo scherzando: «Glielo rimandiamo a casa, non so se è contenta o no».

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