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Il caso

"Scimmia, scimmia": cori razzisti, silenzio in campo

La società rintraccia un video in cui i cori si sentono distintamente, e lo invia alla Federazione. Ora si attende un segnale. Possibilmente chiaro

"Scimmia, scimmia": cori razzisti, silenzio in campo

Jean Enrico Kouadio

La partita non si è mai fermata. Neppure quando, dalla tribuna, le parole sono diventate ferite. È successo a Borgomanero, provincia di Novara, durante un match del campionato piemontese di Eccellenza tra Accademia Borgomanero e Borgosesia. Al 20' del secondo tempo, Jean Enrico Kouadio, giovane giocatore della squadra di casa, cittadino italiano con origini ivoriane, subisce un fallo. A terra, si confronta con l’avversario. Nulla più di un battibecco. Poi, da una parte della tribuna occupata da una cinquantina di tifosi ospiti, partono quattro parole, ripetute: «Scimmia! Scimmia! Scimmia! Scimmia!». Kouadio si volta, indica il settore, richiama l’arbitro. Ma il gioco riprende. La partita non viene interrotta. Né si segnala alcun provvedimento immediato. Solo a fine gara, i dirigenti del Borgomanero si rivolgono all’arbitro per chiedere che quanto accaduto venga inserito nel referto ufficiale. Non solo. La società rintraccia un video in cui i cori si sentono distintamente, e lo invia alla Federazione. Ora si attende un segnale. Possibilmente chiaro.

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