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Il caso

Abusi sulla figlia della sua compagna «Assolto per insufficienza di prove»

A segnalare lo stato della bambina uno psichiatra dopo un episodio definito «psicosomatico»

Abusi sulla figlia della sua compagna «Assolto per insufficienza di prove»

È stato assolto per insufficienza di prove. Ma, al di là della sentenza, resta la frattura di una vicenda che ha lasciato segni profondi. Soprattutto nella vita di una bambina di 10 anni, finita al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna nel settembre 2022. A segnalare il suo stato era stato uno psichiatra, dopo un episodio definito «psicosomatico». La diagnosi: disturbo post-traumatico da stress con sintomi dissociativi, causato – si leggeva nella cartella clinica – da una presunta violenza sessuale. A quel punto partì l’indagine. La piccola, in sede di incidente probatorio, raccontò gli anni trascorsi accanto all’allora compagno della madre. Un rapporto inizialmente affettuoso, che – secondo la sua versione – sarebbe cambiato nel tempo: toccamenti, baci sulle labbra, battute a sfondo sessuale. Elementi alla base del processo per abuso su minore, terminato con la piena assoluzione dell’uomo. Il pubblico ministero, Lea Lamonaca, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione, sostenendo che il racconto fosse credibile e coerente con il quadro clinico. «La bambina taceva per vergogna – aveva spiegato il pm – temeva la reazione della madre. L’uomo era una figura paterna». Anche l’avvocata Silvia Lorenzino, legale di parte civile insieme alla madre e al fratello della bambina, aveva parlato di un meccanismo psicologico noto: «È il classico caso dello stupratore gentile. Tanti complimenti, tante attenzioni. Solo dopo, lei ha realizzato. Ha fatto fatica ad aprirsi anche con lo psicologo, che era uomo. Ma qualcosa era già emerso, in tempi non sospetti, durante un colloquio con il neuropsichiatra dell’Asl». Secondo la parte civile, lo stato psicologico della bambina era confermato da diversi elementi: insonnia, ansia, attacchi di panico, segnalati anche dalla scuola. La difesa, però, ha sempre negato ogni accusa. L’uomo – assistito dal proprio legale – ha parlato di «grandi contraddizioni», di un racconto confuso, di «elementi inverosimili». In aula è stata citata anche una frase del fratello della presunta vittima: secondo la difesa, avrebbe detto che la sorella «raccontava bugie» quando si parlava dell’imputato. «Contro quest’uomo c’è molta rabbia, perché ha abbandonato la famiglia».

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