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sanità
12 Settembre 2025 - 11:30
La carenza strutturale di infermieri in Italia, stimata in oltre 175mila professionisti mancanti rispetto agli standard europei, continua a rappresentare una falla nel sistema sanitario nazionale. Una falla che il Governo tenta di tamponare con l’introduzione della figura dell’assistente infermiere, ma che, secondo Nursing Up, rischia di trasformarsi in una pericolosa deriva.
«Affidare compiti delicati a personale non adeguatamente preparato rischia di danneggiare l’incolumità dei pazienti e la qualità del servizio sanitario, senza offrire soluzioni reali alla carenza di infermieri», ha dichiarato Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato Nursing Up per Piemonte e Valle d’Aosta.
La sigla sindacale ha annunciato ufficialmente il ricorso al TAR, diventando così la prima in Italia a portare la questione della nuova figura professionale nelle aule di giustizia. La prima udienza è fissata per il 21 settembre.
La denuncia di Nursing Up si inserisce in un contesto già critico: la formazione infermieristica arranca. Per l’anno accademico 2025/2026, a fronte di 20.699 posti disponibili nei corsi di laurea in Infermieristica, le domande sono inferiori a 19mila. Un dato in netto calo rispetto al 2010, quando le domande superavano quota 46mila. Il Piemonte rispecchia questa tendenza. Nelle università della regione sono rimasti 190 posti vacanti, 67 in più rispetto all’anno precedente, su un totale di 1.176 posti disponibili. E i numeri destinati a concludere il percorso di studi sono ancora più preoccupanti: secondo le statistiche, il 20% degli ammessi non si presenterà al primo giorno, mentre un ulteriore 30% abbandonerà prima del terzo anno. In pratica, solo la metà degli iscritti conseguirà la laurea.
In questo scenario, l’introduzione della figura dell’assistente infermiere appare a Nursing Up come un palliativo insufficiente, se non dannoso. «La nuova figura rappresenta una beffa al sistema sanitario, che rischia di mettere in circolo lavoratori con meno competenze, senza colmare realmente il fabbisogno dei pazienti», prosegue Delli Carri.
Il sindacato ribadisce che la salute pubblica non può essere oggetto di esperimenti, ma va tutelata con investimenti strutturali nella formazione e nel reclutamento di professionisti qualificati. Per questo, oltre al ricorso al TAR, Nursing Up continuerà a far sentire la propria voce nei tavoli istituzionali e nelle piazze. «Chiediamo a Governo e Regioni di ascoltare i professionisti. La salute è un diritto, non un rischio da correre per mancanza di programmazione», conclude Delli Carri.
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