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cronaca

Trump: “Sanzioni più dure alla Russia solo se la NATO smette di comprare il suo petrolio”

Il tycoon rilancia su petrolio e Cina, mentre l’Ue risponde con cautela e cresce la tensione a Est

Trump: “Sanzioni più dure alla Russia solo se la NATO smette di comprare il suo petrolio”

Il presidente americano Donald Trump torna a farsi sentire su Truth Social e lancia un messaggio forte agli alleati della NATO: nessuna nuova sanzione significativa contro la Russia finché i Paesi dell’Alleanza continueranno ad acquistare il suo petrolio. “Sono pronto a imporre sanzioni significative contro la Russia – scrive Trump – ma solo se tutti i Paesi della NATO smetteranno di acquistare petrolio russo”. Ma nel mirino non c’è solo Mosca. Il presidente propone anche dazi del 50% al 100% contro la Cina, da mantenere fino alla fine della guerra in Ucraina, rilanciando la sua linea protezionista e muscolare anche in politica estera.

Le parole di Trump non sono passate inosservate a Bruxelles. Un portavoce della Commissione Europea ha risposto, scegliendo però la via della prudenza:“L’Ue ha collaborato, e continuerà a collaborare, con tutti i partner globali interessati nel contesto delle sanzioni contro la Russia e della loro applicazione”. Una risposta che suona come un’apertura al dialogo, ma senza accettare imposizioni unilaterali. Il nodo energetico resta cruciale: molti Paesi europei dipendono ancora, seppure in misura ridotta rispetto al passato, dal greggio russo, e uno stop totale avrebbe conseguenze economiche e politiche significative.

Nel frattempo, si alza il livello di allerta ai confini orientali della NATO. Il Comando operativo delle Forze armate polacche ha riferito di un’intensa attività dell’aeronautica militare nel proprio spazio aereo a causa di una possibile minaccia di droni provenienti dall’Ucraina, dove sono in corso attacchi russi. L’allarme è poi rientrato. Anche la Romania ha confermato una violazione del suo spazio aereo da parte di un drone russo, durante un’operazione militare al confine ucraino. Un segnale ulteriore dell’instabilità crescente in un’area già sotto pressione.

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