Cerca

Il dibattito

La festa della Fiom si accende, Appendino: “Stiamo producendo un esercito di schiavi, non di lavoratori"

Un dibattito che ha affrontato i temi del lavoro e soprattutto dei lavoratori, cercando un punto di incontro

La festa della Fiom si accende, Appendino: “Stiamo producendo un esercito di schiavi, non di lavoratori"

Chiara Appendino alla Festa della Fiom di Torino

Alla Festa della Fiom di Torino, il dibattito intitolato “La dignità del lavoro per l’umanità e la terra” si è trasformato in una riflessione a tutto campo sullo stato del lavoro in Italia, sulle diseguaglianze e sul ruolo della politica e dei sindacati. Protagonisti della serata, l’ex sindaca Chiara Appendino e il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, che hanno intrecciato analisi e denunce dure, mettendo al centro il tema del lavoro come diritto, dignità e strumento di democrazia.

Appendino ha aperto il suo intervento con un’immagine netta: “Stiamo producendo un esercito di schiavi, non di lavoratori. Il lavoro sta diventando sempre più uno strumento di ricatto anziché di riscatto”. A partire dal caso di Prato, dove alcuni operai sono stati aggrediti dalla titolare mentre protestavano contro le esternalizzazioni, l’ex sindaca ha denunciato il “silenzio assordante” del governo: “Un sistema malato è quello in cui chi lotta per la propria dignità viene picchiato, e chi governa non spende una parola”.

L’ex prima cittadina ha poi criticato duramente le ricette che negli anni hanno promesso opportunità e invece hanno generato precarietà: globalizzazione, flessibilità, privatizzazioni. “La lotta di classe oggi è al contrario: è l’élite che combatte contro il popolo. E purtroppo la sta vincendo”, ha affermato, sottolineando l’aumento delle diseguaglianze e la mancanza di coraggio politico: “Non è normale che in questo Paese si trovino i soldi per aumentare gli stipendi dei ministri e non per garantire il 100% del salario a chi è in cassa integrazione”.

Per Appendino, la vera emergenza non è l’odio evocato da Giorgia Meloni, ma l’apatia: “Il problema è la rassegnazione, il sentirsi invisibili. Dobbiamo ricostruire fiducia parlando a chi non crede più nello Stato e nella politica. Solo da lì può nascere una vera alternativa”.

Se Appendino ha puntato l’attenzione sulla precarietà e le scelte politiche, Michele De Palma ha scelto di collegare la dignità del lavoro alla lotta per la pace. Difendendo la scelta della Fiom di proclamare quattro ore di sciopero in solidarietà con la popolazione palestinese, ha risposto a chi contesta l’ingresso del sindacato in questioni internazionali: “O siamo esseri umani capaci di sentire lo sterminio di un popolo, oppure siamo complici della banalità del male. Non possiamo un giorno raccontare che sapevamo e non abbiamo fatto nulla, neanche un’ora di sciopero”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.