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Il caso

Processo 'ndrangheta: “Con D’Onofrio solo un’amicizia, non sono affiliato”

E il Comune di Torino chiede un risarcimento di 100mila euro

Processo 'ndrangheta: “Con D’Onofrio solo un’amicizia, non sono affiliato”

Prosegue al tribunale di Torino il processo sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta tra Carmagnola, Moncalieri e l’hinterland torinese. In aula sono arrivate le dichiarazioni spontanee di alcuni degli imputati, che hanno respinto ogni accusa di appartenenza alla criminalità organizzata. È lo stesso copione già visto a luglio, quando a prendere la parola era stato Francesco D’Onofrio, ritenuto dagli inquirenti il vertice della rete mafiosa. Per D’Onofrio e per altri quattro imputati la procura ha già chiesto condanne fino a 12 anni e 2 mesi di carcere. L’inchiesta, coordinata dai pm Paolo Toso, Marco Sanini e Mario Bendoni, aveva portato all’arresto del presunto boss nel settembre 2024. Da lì è partita la ricostruzione di una presunta struttura ‘ndranghetista radicata nel tessuto economico e sociale della provincia torinese: edilizia, trasporti, ristorazione, immobiliare. Perfino un sindacato. Tra gli imputati figura anche Domenico Ceravolo, sindacalista della Filca Cisl, a cui viene contestato un ruolo attivo nell’infiltrazione mafiosa all’interno del settore edilizio. Tra gli imputati ha parlato Claudio Russo, 51 anni, considerato affiliato dal 2022. Secondo gli atti, avrebbe custodito denaro per conto del clan, incontrato associati e fornito supporto economico ai detenuti, contribuendo al controllo del territorio. Assistito dagli avvocati Sergio Almondo e Luca Cianferoni, Russo ha ammesso di conoscere D’Onofrio “sin da ragazzo”, ma ha negato di far parte dell’organizzazione. “Quando ho avuto bisogno, mi sono rivolto a lui per un aiuto. Ma la mia storia è un’altra”, ha detto al giudice. Nella stessa udienza sono state esposte le richieste delle parti civili. Il Comune di Torino, rappresentato dall’avvocata Giuseppina Isabella Gianotti, ha chiesto un risarcimento di 100.000 euro, con una provvisionale immediatamente esecutiva da 10.000 euro. Richieste di risarcimento sono arrivate anche dalla Regione Piemonte e dalla Filca Cisl. La sentenza di primo grado è attesa nelle prossime settimane.

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