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Il caso

Studente disabile lasciato senza assistenza, a processo la dirigente del Salvemini di Torino

Il ragazzo sarebbe rimasto per ore sulla sedia a rotelle, immobile e privo di stimoli riabilitativi, con conseguente peggioramento delle sue condizioni. A questi elementi si aggiungono quelli relativi all’assistenza igienico-sanitaria: secondo gli atti dell’accusa, in più occasioni il ragazzo sarebbe tornato a casa in condizioni di trascuratezza fisica, sporco e con segni di una cura inadeguata

Studente disabile lasciato senza assistenza, a processo la dirigente del Salvemini di Torino

È accusata di maltrattamenti e gravi omissioni Barbara Floris, dirigente scolastica dell’Istituto Salvemini di via Negarville, nel quartiere Mirafiori. Al centro del procedimento, ora in corso davanti al tribunale di Torino, c’è la gestione dell’assistenza a un alunno con gravi disabilità neuromotorie e cognitive, durante l’anno scolastico 2021/2022. Secondo la ricostruzione della Procura di Torino, il ragazzo – trasferitosi in città con la madre in un periodo particolarmente delicato – sarebbe rimasto privo del necessario supporto educativo, sanitario e riabilitativo, previsto dalla normativa sull’inclusione scolastica degli studenti disabili. L’inchiesta, coordinata dai magistrati torinesi, ha evidenziato una serie di criticità organizzative che avrebbero compromesso il diritto allo studio e all’assistenza del minore. Tra i punti centrali contestati alla dirigente c’è la mancata fornitura di un deambulatore, ausilio fondamentale per consentire al giovane di mantenere una minima attività motoria. In assenza di quel supporto, il ragazzo sarebbe rimasto per ore sulla sedia a rotelle, immobile e privo di stimoli riabilitativi, con conseguente peggioramento delle sue condizioni. A questi elementi si aggiungono quelli relativi all’assistenza igienico-sanitaria: secondo gli atti dell’accusa, in più occasioni il ragazzo sarebbe tornato a casa in condizioni di trascuratezza fisica, sporco e con segni di una cura inadeguata. Un quadro che, per l’accusa, andrebbe oltre le semplici carenze gestionali, configurando un danno anche sul piano psicologico.

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