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SALUTE
28 Settembre 2025 - 09:02
In Italia quasi la metà della popolazione adulta convive con tre o più fattori che mettono a rischio la salute del cuore. Parliamo di abitudini quotidiane – poco movimento, sigarette, dieta sbilanciata – ma anche di condizioni diffuse come ipertensione, diabete e colesterolo alto. A dirlo è la sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità, che nel biennio 2023-2024 ha fotografato un Paese ancora troppo esposto alle malattie cardiovascolari.
Tra gli aspetti più delicati c’è il consumo di sale. Cinque italiani su dieci dichiarano di fare attenzione o di ridurlo, sia in cucina che a tavola, ma resta un comportamento che non coinvolge tutti. Eppure, un eccesso contribuisce ad alzare la pressione e quindi il rischio cardiovascolare.
L’ipertensione è rara tra i giovani adulti – poco più del 2% sotto i 35 anni – ma cresce con l’età fino a toccare un terzo della popolazione tra i 50-69 anni. È strettamente legata al sovrappeso, superando il 28% tra chi ha chili di troppo, e colpisce di più gli uomini (20%) rispetto alle donne (16%). Anche qui pesa lo svantaggio sociale: minori risorse economiche e istruzione più bassa si traducono in maggior rischio.
L’ipercolesterolemia segue un andamento simile: dal 4% dei giovani tra i 18-34 anni si arriva al 30% nella fascia 50-69. È più frequente tra le persone in sovrappeso (24%) rispetto a chi ha un peso nella norma (14%) e colpisce soprattutto le donne. A incidere è anche il contesto sociale, ma pure la geografia: i valori più alti si registrano nelle regioni del Nord, con un’eccezione nelle Marche, che raggiungono il 28%.
Oltre quattro persone su dieci con colesterolo alto sono in trattamento farmacologico. La maggioranza riceve dai medici indicazioni precise: ridurre il consumo di carne e formaggi (86%), aumentare l’apporto di frutta e verdura (77%), praticare regolare attività fisica (81%) e mantenere sotto controllo il peso corporeo (74%).
Sul fronte della prevenzione, l’uso consapevole del sale è più diffuso tra le donne (62%) rispetto agli uomini (52%) e cresce con l’età, dal 45% dei 18-34enni al 65% dei 50-69enni. Più alto è il livello di istruzione, maggiore è l’attenzione a questo aspetto.
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