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Il caso

Coperte sugli alberi e rifugi improvvisati: il centro di Torino a due velocità

Effetti personali appesi ai rami del Parco Archeologico delle Torri Palatine e giacigli sotto il porticato del Palazzo del Lavoro: la convivenza tra vetrine illuminate, turismo e povertà nel cuore di Torino

Coperte sugli alberi e rifugi improvvisati: il centro di Torino a due velocità

Coperte ammainate sui rami degli alberi e raccolte in un telo di plastica, probabilmente per evitare che la pioggia le bagni. Fogli di cartone. Stracci - forse vestiti - e beni di prima necessità. Oggetti che danno alle chiome del Parco Archeologico delle Torri Palatine colori diversi, al punto che prima di avvicinarsi - visto il periodo - potrebbero quasi sembrare ornamenti natalizi. In fondo siamo in centro storico, a due passi Porta Palazzo con la tettoia dell'Orologio, centro dell'eccellenza gastronomica cittadina, già illuminata, ma anche il Duomo di Torino e Palazzo Reale. Eppure sempre più frequentemente in città, simili realtà coesistono in modo indisturbato con il disagio di chi di giorno prova a passare inosservato, a rimanere invisibile, mentre di notte si raccatta un rifugio come può. Era già successo qualche mese fa ai giardini Madre Teresa di Calcutta, Aurora, dove un vero e proprio salottino - con tanto di poltrone - era stato allestito sui rami dei suoi alberi.

"Un armadio, con effetti personali appesi non si sa da chi". È un residente, Amico Reporter, a segnalarlo. "La situazione per chi ormai attraversa il parco, è insostenibile. Non è il primo caso e non sarà di certo l'ultimo. Ad appena 50 metri di distanza, sotto il porticato del Palazzo del Lavoro, sono a decine ad utilizzare quello spazio per il proprio pernottamento. Eppure, a pochi passi, la vita scorre. Ci si affanna tra le vie del centro cittadino per lo shopping o un aperitivo trafelato, prima di rientrare a casa per cena, proprio a un angolo di distanza.

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