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Stellantis, una (nuova) Mirafiori in Arabia Saudita? Quell'incontro di Elkann e bin Salman

Le cifre di un mercato da 47 miliardi e i produttori "locali" sostenuto dal fondo sovrano Pif

Stellantis, una (nuova) Mirafiori in Arabia Saudita? L'incontro di Elkann e bin Salman

Dopo gli Emirati, l'Arabia Saudita per la nuova fabbrica di Stellantis. Un piano che nasce benedetto direttamente dalla Casa Bianca e da un incontro fra John Elkann e il principe Mohammed bin Salman. Ecco di che si tratta.

Per il momento parliamo di un memorandum of understanding fra Stellantis, il ministero degli investimenti dell'Arabia Saudita e il National Industrial Development Center: primo passo sarà lo studio di fattibilità per uno stabilimento Stellantis in Arabia, assieme alla Petromin Corporation, azienda saudita di lubrificanti e soluzioni per la mobilità. Lo riferisce l'agenzia Reuters.

Quindi ancora presto per dire se Mirafiori finirà in Arabia Saudita - in senso figurato -, magari replicando il modello Kenitra, ma certo uno sviluppo industriale sarebbe accompagnato dal piazzamento sul mercato dei modelli Stellantis, in particolare quelli americani. Secondo le stime economiche, il mercato automobilistico arabo vale al momento 47,47 miliardi di dollari la previsione è di una crescita fino a 64,30 entro il 2030.

Ma si tratterà di veicoli elettrici o con classico motore endotermico? Non è impossibile pensare a una svolta green, dal momento che questo accordo si inserisce nel piano Vision 2030 con cui l'Arabia Saudita vuole sperimentare nuovi ambiti per svincolarsi dalla sola economia petrolifera. E una visione più "sostenibile" è anche quella che - in linea teorica - sta apportando il principe bin Salman.

Principe che, nel maggio scorso, John Elkann ha incontrato personalmente, durante una visita promossa dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, assieme ad altri imprenditori americani, tra cui Elon Musk. E in Arabia Saudita già operano diverse realtà automobilistiche, come l'americana Lucid, ma anche Hyundai, in partnership con il fondo sovrano PIF per la produzione di 50mila veicoli l'anno, anche elettrici. E poi c'è la Ceer, ossia il primo marchio automobilistico saudita, ovviamente anche questo supportato da PIF (va annotato che di fatto Pif risponde alla famiglia reale, nel caso specifico a bin Salman), per la produzione di auto elettriche. Obiettivo, 500mila auto l'anno entro il 2030.

Sull'intesa, Abdullah Al-Dubaikhi, viceministro degli Investimenti del governo di Riad, ha parlato del memorandum come di "un passo distintivo verso la creazione di una partnership d’investimento che conferma l’attrattività del Regno e contribuisce agli obiettivi industriali della Vision 2030".

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