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I conti d'oro della Volpe
16 Novembre 2025 - 21:11
Oltre 5 milioni di dollari - 4,4 in euro - per Jannik Sinner con il trionfo alle Atp Finals, in un conto di premi in carriera che ha già raggiunto cifre da capogiro. Per la precisione 5.071.000 dollari che comprendono il premio per la vittoria finale e gli incontri vinti in tutto il torneo (chiuso da imbattuto). Un bell'assegno che va ad alimentare anche la "ditta" che sta dietro i trionfi sportivi, fra finanza a Montecarlo e case di lusso comprate in Italia.
La scena è quella di corso Venezia, a due passi da piazza San Babila: edifici storici, portoni che sanno di collezioni d’arte e decisioni che contano. Qui, all’interno di Casa Barelli, Jannik Sinner ha deciso di mettere radici finanziarie. Non una residenza, ma un investimento. Due appartamenti - 289 e 403 metri quadrati - acquistati nel 2023 dalla famiglia veneta Buziol-Dametto, ex proprietaria del marchio Replay. La “Sinner Spa”, alimentata anche dal montepremi delle Atp Finals di Torino, si fa più robusta e, con essa, si ridisegna la mappa dei suoi interessi in Italia. Ma l’operazione racconta anche altro: una riorganizzazione societaria, un mutuo a tasso non banale, un cambio di cabina di regia e qualche ombra di contesto. È il segnale di un capitale che torna a casa o solo una tappa di un percorso più lungo?
Gli immobili in corso Venezia
Gli appartamenti sono entrati nel portafoglio della Foxera Re, società riconducibile a Sinner, per 6,5 milioni di euro complessivi. Gli atti notarili parlano chiaro: 2,9 milioni sono arrivati “cash” da Montecarlo, mentre il resto è coperto da un mutuo quindicennale con TAEG al 5%. Una scelta curiosa, oltre che finanziariamente significativa. Perché accendere un mutuo, con quei flussi di cassa? Possibile che pesi la logica della diversificazione e della leva: immobilizzare meno capitale, preservando liquidità per altri progetti. O, semplicemente, conviene così. Con l’andamento dei tassi in calo, si ipotizza che le condizioni possano essere già state rinegoziate. C’è di più. Il finanziamento non arriva dal suo sponsor bancario, Intesa Sanpaolo, ma da CheBanca!—poi divenuta Mediobanca Premier—che, stando alle informazioni emergenti dai documenti, risulterebbe ora parte del gruppo Monte dei Paschi. Piccoli dettagli? No, indizi. Perché nella finanza degli sportivi, la scelta dell’istituto può dire qualcosa di più: relazioni, tempi, condizioni, infrastruttura di consulenza. Qui, il canale scelto non è quello più prevedibile.
La regia societaria e i nuovi equlibri
Sul lato societario, la macchina Foxera si muove. Come annotato dal Corriere della Sera, si è dimesso il fiduciario di Monaco, mentre prende forma una governance più strutturata in Italia. L’entità che ha effettuato l’investimento milanese, originariamente una società in accomandita semplice (sas) a vocazione sostanzialmente immobiliare, da settembre si è trasformata in srl, con un oggetto sociale più ampio: non solo gestione di immobili, ma anche holding di partecipazioni e funzioni di coordinamento. Un passaggio che vale come promozione di categoria: più flessibilità, più strumenti, più possibilità di integrazione di business.
Contestualmente, Foxera srl ha trasferito il domicilio dagli uffici milanesi dello studio Hager & Partners a quelli di Brunico della Baumgartner Partner. Lì è cliente anche Alex Vittur: 41 anni, manager e amico storico di Sinner, oggi dotato in solitaria di tutti i poteri gestionali. La centralità di Vittur nella galassia Foxera cresce: è lui il braccio operativo della “strategia Italia”, quell’insieme di scelte che portano a allocare una parte della ricchezza generata sui campi da gioco in asset tricolori.
Le perizie, i numeri, la trasparenza possibile
Nell’operazione hanno avuto un ruolo tecnico due consulenti: Josepha Iervolino e Dietmar Huber, nominati procuratori speciali sia da Foxera Re Monaco (che detiene indirettamente il 99% della società italiana), sia da Avima (riconducibile a Vittur), che possiede l’1%. Porta la firma di Huber anche la perizia sul patrimonio della Foxera sas redatta in vista della trasformazione in srl. La fotografia contabile al 31 maggio: in portafoglio, gli immobili milanesi sono valutati a un valore netto contabile di 6,6 milioni di euro; la perdita di periodo è di 147 mila euro, con una perdita cumulata di 454 mila euro. È il primo rendiconto - unico e, per ora, striminzito - che illumina le attività societarie legate a Sinner in Italia, annota il quotidiano di via Solferino. Dati che non sorprendono: in una fase di avvio e riorganizzazione, tra oneri finanziari, costi di struttura e ammortamenti, i numeri possono viaggiare in rosso prima di trovare l’equilibrio.
Il perimetro legale e il fattore reputazionale
Nel mosaico, un tassello delicato è il ruolo di Hager & Partners, studio fondato da Heinz Peter Hager, commercialista e imprenditore immobiliare di Bolzano. Lo studio ha assunto un peso tecnico rilevante in alcune delle operazioni. Hager è indagato nella maxi inchiesta della Procura di Trento su presunti intrecci illeciti tra affari e politica, con al centro il tycoon austriaco René Benko, di cui Hager - secondo l’ipotesi investigativa - sarebbe stato il braccio destro in Italia. L’uso del condizionale non è una scelta stilistica, ma una linea di rigore: si parla di ipotesi su cui la magistratura dovrà pronunciarsi. Resta un’eco reputazionale che ogni organizzazione, soprattutto se esposta mediaticamente, deve considerare quando mette insieme i propri partner.
Queste entrate sarebbero reinvestite tramite le società con base a Montecarlo, che non pubblicano bilanci. I guadagni non tassati in Italia che rientrano sotto forma di investimenti. È l’inizio di una strategia di re‑shoring patrimoniale o solo una parentesi immobiliare? La “Sinner Spa” non è un semplice salvadanaio. È un organismo che si muove, sceglie, testa i confini, sfrutta il vento buono di Torino e punta su un indirizzo - corso Venezia - che pesa sulle mappe come un colpo vincente nelle fasi calde di un match. E se la Volpe ha davvero fiuto, lo vedremo dal rendimento di quell’investimento e dalla coerenza della governance che, pezzo dopo pezzo, sta mettendo in campo.
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