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30 Settembre 2025 - 10:40
La filiera della nocciola italiana sta attraversando una delle fasi più difficili degli ultimi anni. Il presidente di Cia–Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha parlato di “ennesima stagione nera”, con una riduzione della produzione che sfiora il 60%. A determinare il crollo sono soprattutto gli effetti del cambiamento climatico, che da tempo mette a rischio le coltivazioni.
Dopo il calo registrato nel 2023, quando la raccolta nazionale era scesa a 102mila tonnellate, l’anno scorso si è toccata quota 85mila. I dati più recenti confermano la stessa tendenza negativa, con un comparto che fatica a garantire le quantità necessarie all’industria dolciaria italiana, da sempre fortemente dipendente dalle nocciole.
La scarsità di prodotto sul mercato sta già facendo lievitare i listini. Secondo le stime, il prezzo potrebbe arrivare a raddoppiare rispetto al 2024. Le cause sono legate a un insieme di fattori: inverni miti, piogge violente, ondate di calore e siccità estive. Questi eventi estremi hanno compromesso circa 95mila ettari di noccioleti, localizzati soprattutto in Piemonte, Lazio e Campania.
Come spiega Daniela Ferrando, produttrice associata a Cia nella provincia di Alessandria, “rispetto a una resa media di 20 quintali per ettaro, quest’anno siamo fermi a 5. A luglio abbiamo visto cadere a terra tantissime nocciole vuote”. Intanto, iniziano a comparire sul mercato campioni provenienti da Cile e Oregon, che in futuro potrebbero rappresentare una seria concorrenza per i produttori italiani.
Per affrontare l’emergenza, Fini sollecita l’apertura immediata di un tavolo nazionale di filiera. L’obiettivo sarebbe quello di coordinare meglio il settore e di destinare più risorse a innovazione e ricerca, così da ridare competitività alle aziende agricole. “Le perdite registrate quest’anno sono drammatiche – afferma – ed è fondamentale individuare strategie comuni per salvaguardare il comparto”.
Il caso delle nocciole si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà per l’agricoltura italiana, sempre più esposta agli effetti del climate change, tra siccità, grandinate e improvvisi sbalzi termici. Una sfida che rischia di incidere non solo sulla sostenibilità delle imprese agricole, ma anche sull’intera catena produttiva del Made in Italy dolciario.
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