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Clandestini spacciati per turisti: scoperto il business dei peruviani

Sono nove le misure cautelari eseguite per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Falsi turisti ma clandestini veri dal Perù: nove misure cautelari

Falsi turisti ma clandestini veri dal Perù: nove misure cautelari

Biglietti aerei a prezzi stracciati, dall’aeroporto di Lima in Perù fino a Madrid-Barajas e poi a Caselle, “carte di invito” con dichiarazioni di garanzia e alloggio spesso accompagnate da false assicurazioni sanitarie, prenotazioni di voli di ritorno che poi venivano annullate e pure un vademecum con le istruzioni sui comportamenti da tenere in caso di controlli. Era questo il “kit migratorio” per permettere l'ingresso irregolare in Italia di oltre centocinquanta persone dal Sudamerica. Un sistema escogitato da una banda di peruviani che però è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Torino, con i militari che si sono insospettiti vedendo l'impennata di arrivi dal Perù all'aeroporto di Caselle. Un anno di indagini da parte dei finanzieri ha svelato il giro d'affari e ha fatto scattare l'esecuzione di otto misure cautelari ai domiciliari e un divieto di dimora, con l'accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Adesso gli accertamenti della Finanza proseguiranno sulle 150 persone entrate irregolarmente in Italia, per verificare se siano rimaste qui e se anche per loro si profilino responsabilità penali.

Il sodalizio dei peruviani sfruttava, in sostanza, gli accordi internazionali sottoscritti tra l’Unione europea e il Perù, i quali prevedono che i cittadini peruviani possono entrare nei Paesi dell’Ue senza bisogno del visto per soggiorni di durata inferiore a 90 giorni. Il tutto, tramite appunto una documentazione falsa, contraffatta o alterata. L'inchiesta, coordinata dalla procura (titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Paolo Scafi) è stata condotta dalla compagnia di Caselle Torinese. Come detto, offerte a prezzi stracciati per i peruviani, offerti da agenzie di viaggio che formalmente erano indipendenti l’una dall’altra ma, sostanzialmente, lavoravano con il medesimo modus operandi. Esempi? Carta di invito, assistenza medica, consulenza personalizzata e altre agevolazioni a 780 euro. Oppure con 900 euro c’era anche il reso. Tuttavia, i militari della Guardia di finanza all’aeroporto di Torino-Caselle perquisivano i (troppi) peruviani sopraggiunti in Italia, scoprendo così il business illegale. Il risultato conseguito dai militari nel corso di questa indagine testimonia l’impegno della Guardia di finanza volto a disarticolare le organizzazioni criminali che, spesso con tecniche criminali affinate, lucrano sulla vulnerabilità e la povertà delle persone, alimentando così i canali dell’immigrazione clandestina.

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