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IL FATTO

Raffica di finte multe via mail: è una truffa

In un caso, addirittura, l’utente si è trovato anche un sollecito. Ecco come ci si può difendere

Raffica di finte multe via mail: è una truffa

La mail arriva con tono ufficiale, un’intestazione credibile, il logo di PagoPa in bella vista. Il linguaggio è quello, fin troppo curato, della burocrazia. L’invito è perentorio: pagare una multa per eccesso di velocità. In fretta. Altrimenti, si raddoppia l’importo e si perdono punti dalla patente. Ma è tutto falso. Nel Canavese, nelle ultime settimane, almeno 4 automobilisti sono finiti nella rete della truffa: due a Rivarolo, due a Pont. La tecnica è collaudata. Un link da cliccare, un modulo da compilare con i dati personali e quelli della carta. La promessa è quella di regolarizzare una sanzione stradale. La realtà è una truffa informatica, ben architettata.
A Pont Canavese, in un caso, è arrivato persino un secondo sollecito, simulando nei dettagli le procedure di riscossione reali. Una replica quasi perfetta del meccanismo istituzionale. Il pressing psicologico è calibrato: 72 ore per pagare, minaccia di raddoppio dell’importo, decurtazione dei punti. A chiarire il quadro è intervenuta PagoPa, con una nota ufficiale: la piattaforma non invia mai richieste di pagamento via email. Ogni debito può essere saldato solo attraverso il sito ufficiale o gli enti creditori. E ogni mail sospetta, specie se contiene link, va trattata come tentativo di phishing.I dettagli tradiscono l’inganno. Gli esperti consigliano di controllare sempre l’indirizzo del sito: quello autentico è https://checkout.pagopa.it, con il lucchetto accanto alla barra dell’indirizzo. Nei messaggi falsi, spesso ci sono errori nel dominio, lettere invertite, dettagli che svelano l’origine fraudolenta. Altro segnale: l’assenza di un ente creditore specifico. Le vere multe riportano sempre chi le ha emesse — polizia locale, prefettura o altro ente.

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