Omicidio Floriana Floris: la pena di Paolo Riccone cala a 19 anni

La Corte d’appello di Torino ha deciso: Paolo Riccone, 59 anni, consulente finanziario, vede ridotta da 22 a 19 anni la sua condanna per aver ucciso con 45 coltellate la compagna Floriana Floris, 49 anni, nella loro casa di Incisa Scapaccino. Un taglio di pena che arriva dopo un lungo calvario giudiziario, ma che non cancella la brutalità di un gesto che ha lasciato un segno indelebile. Riccone, rinchiuso nel reparto psichiatrico del carcere di Marassi a Genova, aveva invocato la seminfermità mentale, ma la prima sentenza non aveva accolto questa attenuante. L’appello invece sembra averne tenuto conto, pur confermando la severità della condanna. La sua difesa ha chiesto più volte di valutare le condizioni psichiche dell’imputato, e sebbene non si sia arrivati all’assoluzione o a una riduzione più marcata, il verdetto riflette una nuova lettura del caso. Dietro la fredda cronaca del tribunale, però, c’è una storia ben più tragica e umana. I sette video girati dalla vittima prima di morire parlano più di mille parole. Nell’ultimo, Floriana, con voce tremante, diceva chiaramente: “Questo non è amore. Non voglio morire. Voglio vivere perché ho una figlia”. Riccone ha ammesso le sue colpe e ha risarcito i familiari di Floriana. “Sono pronto a pagare il mio debito con la giustizia”, ha dichiarato, consapevole che nessuna pena potrà mai riparare quello che ha fatto. Dall’altra parte, i parenti della vittima avevano già considerato troppo mite la condanna di primo grado. 

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