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CRONACA GIUDIZIARIA

Torino, ora esplode il fronte giudiziario: fascicoli a raffica dopo gli assalti

Mentre ancora fumava l’assalto alla Leonardo di corso Marche, in Procura a Torino erano già sul tavolo tre fascicoli. Un quarto fascicolo verrà quasi sicuramente aperto dopo la serata di ieri dove l'attacco alla Prefettura e la guerriglia urbana nella zona di Porta Susa hanno fatto da cornice a una giornata già complicata dal punto di vista dell'ordine pubblico

Torino, ora esplode il fronte giudiziario: fascicoli a raffica dopo gli assalti

Non è stata una giornata di protesta, ma una serie di aggressioni che hanno forzato il confine tra manifestazione e illegalità. Mentre ancora fumava l’assalto alla Leonardo di corso Marche, in Procura a Torino erano già sul tavolo tre fascicoli: la decisione, spiegano i magistrati, è chiara e rapida: identificare e perseguire chi ha trasformato la piazza in una vetrina di violenza. Un quarto fascicolo verrà quasi sicuramente aperto dopo la serata di ieri dove l'attacco alla Prefettura e la guerriglia urbana nella zona di Porta Susa hanno fatto da cornice a una giornata già complicata dal punto di vista dell'ordine pubblico. Il procuratore Giovanni Bombardieri ha riassunto così la linea d’azione: «Accerteremo con celerità le responsabilità sui fatti di violenza accaduti ieri e l’altro ieri, che non sono in alcun modo tollerabili. Lo faremo anche a tutela di chi ha manifestato e manifesta pacificamente». Parole che segnano la separazione netta tra la massa pacifica della marcia pro-Palestina e i gruppi che, secondo gli inquirenti, hanno strumentalizzato la mobilitazione. Sulla scrivania dei pubblici ministeri sono così arrivati nuovi fascicoli: dall’irruzione alle OGR con la devastazione degli arredi — ad opera di circa 150 persone in gran parte travisate — all’assalto alla sede della Leonardo con danni anche alle auto dei dipendenti. Ma l’elenco non si ferma: invasione della pista dell’aeroporto di Caselle, blocco del raccordo tangenziale verso lo scalo “Sandro Pertini”, e i massicci disordini alle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa.

La Digos lavora senza sosta: ore di filmati, fotogramma dopo fotogramma, per isolare centinaia di volti ripresi durante i blocchi. Un’operazione resa più complessa dall’uso sistematico di travisamenti e dalla concatenazione ininterrotta di eventi che ha richiesto l’impiego massiccio di risorse investigative. Dagli accertamenti emergerebbe, secondo gli inquirenti, la progressiva egemonia di frange antagoniste nell’escalation di violenza: collettivi, gruppi riconducibili ad Askatasuna e una quindicina di soggetti dell’area anarchica vengono indicati come protagonisti dei gesti più pesanti. Per la gran parte dei partecipanti alla manifestazione, invece, non risultano rilievi penali: studenti, famiglie e cittadini che hanno esercitato un diritto senza scontri. I reati contestati nei primi fascicoli spaziano da resistenza e danneggiamento aggravato a interruzione di pubblico servizio. Ogni episodio sarà valutato singolarmente, nella speranza di ricostruire responsabilità e ruoli: identità per identità, fatto per fatto, dicono gli investigatori, finché non saranno chiarite le dinamiche che hanno trasformato giorni di mobilitazione in giorni di disordine.

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