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Salute & Benessere

Salute mentale: in Italia cresce la consapevolezza ma restano stress e insonnia

L’indagine di Brain&Care fotografa un Paese più attento al benessere interiore, ma ancora restio a chiedere aiuto

Salute mentale: in Italia cresce la consapevolezza ma restano stress e insonnia

Zanardi

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, il Gruppo Brain&Care ha condotto un sondaggio su 206 persone tra i 18 e i 75 anni, rivelando un quadro fatto di maggiore consapevolezza ma anche di fragilità diffuse. Gli italiani si dichiarano più attenti al proprio equilibrio psicologico, ma faticano ancora a gestire stress, insonnia e il passo decisivo della richiesta di supporto.

La maggior parte degli intervistati – il 73% – valuta il proprio benessere mentale come “discreto” o “buono”, mentre solo l’8% afferma di sentirsi “molto bene”. Le parole più ricorrenti per descrivere il proprio stato d’animo sono “bene”, “normale” e “stanca”, segno di una stabilità fragile, spesso minacciata dal ritmo di vita moderno e dalle pressioni quotidiane.

Lo stress si conferma il principale disturbo: circa la metà del campione dichiara di sentirsi spesso sopraffatta, e oltre un terzo lamenta difficoltà di sonno. Sessanta persone faticano regolarmente ad addormentarsi, e 117 ammettono che succede “qualche volta”.

Quando si parla di salute mentale, la popolazione tende ad associarla a immagini di natura, luce e serenità: il sole, i boschi e il cielo sono i simboli più citati. Solo pochi evocano sensazioni negative, come “tristezza” o “futuro incerto”, un segnale di un cambio di prospettiva verso una visione più positiva e preventiva.

Sul piano pratico, le strategie di benessere più adottate restano semplici e accessibili: camminate all’aria aperta (128 risposte), ascolto della musica (109) e attività sportiva (67). Per molti, il contatto con la natura e il movimento rappresentano una forma spontanea di equilibrio emotivo.

Nonostante ciò, la difficoltà a chiedere aiuto professionale resta un ostacolo diffuso: 94 persone su 206 dichiarano di non riuscire a parlare apertamente dei propri disagi e solo 36 sono seguite da uno psicologo. Tra le cause, il costo delle sedute, lo stigma sociale e la mancanza di tempo. Tuttavia, chi ha intrapreso un percorso terapeutico ne riconosce i benefici: oltre sette su dieci lo definiscono “utile e positivo”.

Il segnale più forte dell’indagine è la consapevolezza crescente: quasi tutti gli intervistati (98%) riconoscono l’impatto di fattori fisici, emotivi e comportamentali sulla salute mentale.

“Le persone sono sempre più consapevoli dei propri stati emotivi – spiega Gabriele Zanardi, psicologo e responsabile dell’area neuroscienze di Brain&Care Milano – ma non sempre riescono a tradurre questa consapevolezza in azioni concrete. La salute mentale è la base della qualità della vita: prendersene cura è una responsabilità verso sé stessi.”

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