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Cibo & Salute

Povertà alimentare tra i giovani: per il 73% degli adolescenti italiani mangiare sano non è per tutti

Il rapporto di ActionAid rivela il legame tra povertà alimentare, esclusione sociale e disagio psicologico

Povertà alimentare tra i giovani: per il 73% degli adolescenti italiani mangiare sano non è per tutti

Foto di repertorio

Secondo una nuova indagine di ActionAid realizzata con Webboh Lab, il 73% degli adolescenti italiani ritiene che nel Paese non tutti abbiano le stesse possibilità di seguire un’alimentazione sana, mentre quasi 3 su 10 percepiscono che, nella propria zona, ci siano persone che non mangiano a sufficienza.

Lo studio mostra come la povertà alimentare non riguardi solo la mancanza di cibo, ma anche la perdita di libertà nella scelta di cosa e come mangiare. Una condizione che, tra i più giovani, si traduce spesso in disagio psicologico e isolamento sociale. Il 41% dei ragazzi ammette di sentirsi influenzato dalla pubblicità dei cibi, mentre il 35% prova disagio nel confrontare ciò che consuma con quanto vede sui social.

Il rapporto, intitolato “Il malessere invisibile di non poter scegliere” e condotto insieme all’Università degli Studi di Milano e a Percorsi di Secondo Welfare nell’ambito del progetto DisPARI, raccoglie le testimonianze di adolescenti di Milano, Roma e Napoli. Dalle interviste emergono storie di rinunce silenziose: c’è chi evita inviti o momenti conviviali per non gravare sulla famiglia, chi finge di non avere fame per lasciare cibo ai fratelli, chi si prende cura dei più piccoli o cucina per tutti.

“Quando un ragazzo rinuncia a una pizza con gli amici per vergogna o difficoltà economiche – spiega Monica Palladino, curatrice della ricerca – si crea una frattura nella socialità che può lasciare segni profondi sulla dignità e sul benessere psicologico”.

Per ActionAid, affrontare il problema richiede più di una semplice distribuzione di aiuti alimentari. “Servono politiche strutturali di protezione sociale, con redditi adeguati, alloggi, lavoro dignitoso e mense scolastiche universali – sottolinea Roberto Sensi, responsabile del programma Povertà Alimentare –. Non basta rafforzare le reti di assistenza: serve un welfare che garantisca diritti, non solo risposte ai bisogni”.

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