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IL FATTO

Caso tubercolosi al Neruda: si alza un polverone politico e le femministe si spostano ad Askatasuna

Il caso dello Spazio Neruda accende il dibattito tra Lega, Fratelli d’Italia e centrosinistra

Caso tubercolosi al Neruda: si alza un polverone politico e le femministe si spostano ad Askatasuna

Neruda occupato (Foto di repertorio)

La notizia di un focolaio di tubercolosi all’interno dello Spazio Neruda, l’ex scuola di via Ciriè 7 occupata da famiglie, studenti e coppie, ha tirato su un enorme polverone politico, con botta e risposta tra destra i sinistra. Inoltre ha coinvolto il collettivo femminista Non Una Di Meno, che aveva confermato per mercoledì 22 ottobre un'assemblea plenaria tematica in vista del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e le violenze di genere, proprio all'interno dello spazio occupato. L’Asl Città di Torino ha depositato un esposto in Procura per epidemia colposa, precisando che “la situazione è sotto controllo”. Sarebbero tra sei e otto i casi conclamati di tubercolosi tra gli abitanti dell’immobile, inclusi due minori, tutti sottoposti a screening e cure all’ospedale Amedeo di Savoia. Ma la situazione ha obbligato il collettivo, poche ore prima dell'incontro, a spostare il luogo dell'incontro direttamente all'Askatasuna.

Durissimo il commento di Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Piemonte, che ha annunciato interrogazioni alla Giunta regionale e al Comune. «Quanto riportato dalla stampa sulla presenza di un focolaio di tubercolosi nell’immobile occupato ex Neruda ci mette in allarme», ha dichiarato. «Per anni quello stabile ha ospitato abusivi dei centri sociali, Askatasuna in testa. Adesso la misura è colma: non possiamo permettere che dall’illegalità, ormai dilagante a Torino complice una sinistra che strizza l’occhio ai centri sociali, nascano persino potenziali epidemie. Mi aspetto una risposta tempestiva dal sindaco Lo Russo e dall’assessore Riboldi».

Sulla stessa linea l’assessore regionale Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia e promotore della norma anti-Askatasuna, che ha parlato di «colpevole immobilismo» da parte del sindaco. «Se davvero nella clandestinità abusiva del Neruda Occupato si è sviluppato un focolaio di tubercolosi, allora la copertura politica del centrosinistra è diventata un’emergenza di salute pubblica», ha dichiarato Marrone. «Il Comune, proprietario dell’immobile, è responsabile di ciò che succede là dentro. Prima che sia troppo tardi, intervenga il sindaco Lo Russo: non è giusto che i torinesi paghino con la propria incolumità la tenuta della sua maggioranza e la radicalizzazione del Pd».

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha spiegato di aver appreso la notizia dell'epidemia dai giornali, senza che fosse giunta alcuna comunicazione formale né al Comune né alla Città Metropolitana. «Al netto della cosa per cui lo spazio Neruda è tornato alla cronaca, quella è una questione complessa a livello sociale, con famiglie e nuclei estremamente fragili. È un contesto monitorato, con l’obiettivo del superamento dell’occupazione, ma è evidente che si tratta di una situazione legata a fragilità sociali. Vorrei evitare che venisse mescolata ad altre occupazioni con attinenze politiche, che nulla hanno a che vedere con questa realtà».

A replicare alle accuse della destra è stato Claudio Cerrato, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, che ha diffuso un comunicato stampa rivolto a Marrone e Ricca. «Di fronte a una situazione seria come quella emersa allo Spazio Neruda, l’unica cosa inaccettabile è il teatrino messo in scena dalla destra piemontese», si legge nella nota. «Mentre il Comune apprende del focolaio dai giornali, senza alcuna comunicazione formale, gli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia preferiscono lanciare accuse infondate. Stupisce che, a fronte di una questione sanitaria rilevante, non ci sia stato un coordinamento efficace tra gli enti, a partire da chi gestisce la sanità in Piemonte». Cerrato ha poi aggiunto: «Marrone pensi a fare il suo lavoro invece di nascondersi dietro la propaganda. Si occupi di garantire risposte abitative per 150 persone, tra cui molti minori, invece di agitare lo spauracchio degli sgomberi. L’amministrazione comunale ha sempre distinto tra chi strumentalizza e chi ha bisogno. Altri, invece, strumentalizzano e basta».

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