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Il caso

Caso Aska, FI: «A Torino si vuole istituzionalizzare l’illegalità»

Circa due settimane fa consegnati delle notifiche giudiziarie direttamente nello stabile di corso Regina 47, sancendo la "rottura" del Patto di co-progettazione con i "garanti" del centro sociale

Il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47

Il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47

"Una notifica giudiziaria fatta dentro un edificio che per l’Amministrazione risulta “in fase di recupero” ma che nei fatti continua a essere occupato. È la fotografia perfetta della distanza che separa la narrazione politica dalla realtà". È l'attacco che il vicecapogruppo vicario di Forza Italia Domenico Garcea ha sferrato alla Giunta questo pomeriggio, in Consiglio comunale. Mentre il sindaco di Torino Stefano Lo Russo sottolineava la capacità di Torino di trasformarsi anche grazie all'investimento della catena spagnola di centri fitness, tagliando il nastro della sua nuova sede in via Perugia 29, ad Aurora, in Consiglio la vicesindaca veniva lasciata sola a rispondere dell'attuale situazione di quello che, probabilmente, è lo stabile più discusso della città: il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47, con cui la Città aveva avviato un "percorso coraggioso di uscita dall'illegalità", aveva affermato il sindaco qualche mese fa.

Ma la consegna di notifiche giudiziarie fatta direttamente all'interno dell'edificio – che in teoria doveva essere vuoto, perché "in fase di recupero" – aveva fatto scatenare l'opposizione. "Il sindaco fiancheggia gli abusivi di Aska", era l'antifona delle accuse. Di qui la richiesta di chiarimento con un'interpellanza che Garcea ha presentato alla vicesindaca e assessore al Patrimonio Michela Favaro.

Favaro ha sottolineato come il Patto di co-progettazione sia stato stipulato con "un gruppo di garanti appartenenti al mondo accademico-culturale della città (tra cui figura pure il membro del gruppo musicale Subsonica Max Casacci, ndr)". E che si tratta di un "percorso partecipato nella gestione di un bene comune. Un momento di partecipazione dei cittadini alla vita della città". La vicesindaca, però, tiene a precisare che, dalla sua liberazione, all'immobile erano state sostituite le serrature.

Una risposta poco, o per niente, politica per Garcea. «Qui a Torino si è deciso di percorrere la strada della convivenza istituzionalizzata con l’illegalità», attacca.

Indirettamente, sabato scorso, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo aveva ribadito il tentativo di «gestire spazi in modo innovativo, con operazioni come quella di corso Regina 47».

Mentre in parallelo la quota FdI della Circoscrizione 7 ha proposto una mozione con cui si chiede al Centro civico la sospensione del Patto, in discussione questa sera.

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