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La sentenza
29 Ottobre 2025 - 07:32
Era accusato del peggior reato possibile: violenza sessuale su una bambina. Sulla propria nipotina. Ma oggi, al termine di un procedimento durato due anni, un uomo italiano di 70 anni è stato assolto. Il tribunale ha stabilito che «il fatto non sussiste», cancellando così un’accusa che avrebbe segnato per sempre la sua vita. La vicenda affonda le radici in conflitti familiari di lunga data. L’uomo, separato, aveva adottato anni prima due ragazze, divenute le sue figlie legittime. Una di loro, in aula, ha raccontato di presunti abusi subiti quando aveva vent’anni, ma testimonianza e tempistiche non hanno convinto il giudice. Sullo sfondo, dissapori con la madre della piccola, vecchie tensioni e continui contrasti che avevano segnato i rapporti tra i membri della famiglia. Non appena iniziato l’iter giudiziario, l’uomo si era trovato isolato, con la famiglia che gli voltava le spalle. Al centro del procedimento c’era la bambina di cinque anni, ritenuta idonea a testimoniare. L’accusa sosteneva che gli abusi fossero avvenuti durante i corsi di nuoto, tra spogliatoi e momenti di intimità forzata, con regali utilizzati per comprare il silenzio della piccola. Ma la testimonianza della bambina ha raccontato una storia completamente diversa: giornate di giochi, allegria e normalità, senza alcun episodio di violenza. Il giudizio ha preso in considerazione anche una perizia sui dispositivi elettronici dell’uomo, sequestrati durante le indagini. Nel computer e nel cellulare dell’uomo, sono state trovate fotografie normali della bambina, come quelle che ogni parente conserva gelosamente. Solo sul pc, materiale “sospetto” ma risalente al 2014, in gran parte riconducibile a un periodo in cui l’apparecchio era di uso collettivo e mai stato svuotato dalla cache. Anche lì, nessuna prova di reato. Durante il processo, sono emerse ulteriori testimonianze. La madre della bambina ha dichiarato, mesi dopo l’incidente probatorio, che la piccola non avrebbe raccontato tutto per timore dell’interrogatorio. Le compagne di scuola della bambina hanno parlato di commenti della piccola che lasciavano intuire come fosse influenzata da conversazioni in famiglia, affermando che «l’incubo è finito, sta finendo». Alla fine, nonostante indagini approfondite e complesse, non sono state trovate prove a sostegno dell’accusa. L’uomo, assistito dall’avvocato Giordano Gramolelli, è stato assolto con rito abbreviato. La pm Barbara Badellino, che aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione, non ha visto accogliere la propria richiesta.
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