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Il caso

«Io eseguivo ordini»: il manovratore e il crollo della gru in via Genova costato tre vite

A processo ci sono anche Calabrese, ex titolare della ditta proprietaria del mezzo; Stefano Sprocatti, referente Locagru; Federico Fiammengo, titolare dell’impresa appaltatrice; Roberta Iandolino, coordinatrice della sicurezza

«Io eseguivo ordini»: il manovratore e il crollo della gru in via Genova costato tre vite

«La scelta dell’autogrù non spettava a me. Io eseguivo». Mirzad Svraka, manovratore, prova a rimettere in fila quel che accadde il 18 dicembre 2021 in via Genova. Il giorno in cui tre operai — Filippo Falotico, 20 anni; Roberto Peretto, 52; Marco Pozzetti, 54 — morirono sotto la gru che avrebbe dovuto essere montata. Svraka racconta che la telefonata arrivò il 16 dicembre: Enrico Calabrese gli chiese di usare la Liebherr 1080 per montare una gru da 36 metri. «Quel braccio arriva fino a 48 metri», annota. Due giorni dopo, il disastro. In aula, mentre i consulenti ripercorrono la dinamica, lui deposita una memoria: sei pagine. «La mattina prima della tragedia ho visto due cavi sospesi sopra l’area di cantiere, trasversali sulla via», scrive. L’accusa sostiene che Svraka abbia sbagliato la manovra finale, una delle cause del crollo: l’autogrù era legata con delle catene alla struttura su cui lavoravano i tre operai. A processo ci sono anche Calabrese, ex titolare della ditta proprietaria del mezzo; Stefano Sprocatti, referente Locagru; Federico Fiammengo, titolare dell’impresa appaltatrice; Roberta Iandolino, coordinatrice della sicurezza. Svraka, da quel giorno in cura per un disturbo post-traumatico, rivendica alcuni punti: un diverso posizionamento dell’autogrù «era impossibile» per via di uno dei cavi sospesi; gli stabilizzatori, dice, erano stati controllati «come sempre». E aggiunge: «Al manovratore non è richiesto di conoscere le istruzioni di montaggio delle gru edili». Sul processo interviene anche Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, parte civile. L’avvertimento è secco: «Non si cerchi di ribaltare tutte le colpe su chi non c’è più e non può difendersi».

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