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IVREA
08 Dicembre 2025 - 14:27
Oltre le sbarre, oltre la condizione di libertà. Alla Casa circondariale di Ivrea è iniziato un progetto culturale che punta ad aprire spazi nuovi nella quotidianità dei detenuti. L’associazione Idea, con sede a Nichelino, ha portato nel penitenziario un laboratorio di lettura dal titolo “Parole che liberano”, guidato dal presidente dell’associazione, Paolo Coniglio. Un gruppo di dieci ristretti - italiani e stranieri - ha così iniziato un percorso letterario condiviso, partendo da un libro che già dal titolo richiama un bisogno profondo: Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli, romanzo da cui è stata tratta la serie televisiva di grande successo. «Entrare, ascoltare le loro storie e cominciare insieme un libro è qualcosa che non si dimentica» racconta Coniglio. «Quando un libro si apre, si aprono anche spiragli». Per il presidente di Idea, la cultura diventa un ponte tra dentro e fuori: «Ho sentito che quel ponte stavamo iniziando a costruirlo assieme». Il laboratorio si fonda su un approccio partecipativo e comunicativo, in linea con il rinnovamento culturale che negli ultimi mesi ha interessato il penitenziario di Ivrea. Sono stati infatti gli stessi detenuti a ristrutturare una nuova ala dell’istituto, oggi sede di aule studio, spazi per i colloqui e una biblioteca molto curata, gestita da alcuni di loro. Il percorso proseguirà con altri testi significativi. Dopo Mencarelli, sarà la volta di Favole al telefono di Gianni Rodari, per continuare a costruire - pagina dopo pagina - uno spazio di confronto, crescita e libertà possibile.
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