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13 Dicembre 2025 - 13:00
A partire dal 2026, la legge di bilancio italiana potrebbe introdurre una nuova imposta da 2 euro sui pacchi di valore contenuto. La misura non era presente nel testo iniziale della manovra, ma è stata proposta da Fratelli d’Italia e ha buone probabilità di essere approvata. Tuttavia, la versione definitiva potrebbe differire rispetto alle anticipazioni diffuse nelle ultime settimane, con l’ipotesi di estendere l’applicazione a tutte le spedizioni, e non solo a quelle provenienti da Paesi extra-UE. Inoltre, alcune modifiche potrebbero colpire in modo mirato le piattaforme di e-commerce, come Temu e Shein.
Secondo l’emendamento a prima firma del senatore Gelmetti (FdI), la tassa è definita come “contributo per le spese amministrative” relative agli adempimenti doganali. Attualmente, dovrebbe riguardare i pacchi provenienti da Paesi extra-UE con un valore dichiarato non superiore a 150 euro, imponendo un costo fisso di 2 euro per ciascun pacco. L’obiettivo implicito è quello di disincentivare acquisti online da piattaforme straniere che spediscono dall’Asia o da altri continenti.
Il governo Meloni sta lavorando agli emendamenti che potrebbero cambiare il testo attuale della manovra. La lista completa delle proposte dovrebbe essere presentata entro breve, con le votazioni della commissione previste nel fine settimana. Tra le indiscrezioni, si segnala che la tassa potrebbe essere applicata a tutte le spedizioni in entrata e in uscita dall’Italia, per evitare problemi con le regole UE sui dazi. In pratica, colpire solo i pacchi extra-UE equivarrebbe a imporre un dazio, prerogativa riservata all’Unione europea.
Inoltre, si valuta anche un eventuale sovrapprezzo per le spedizioni provenienti da piattaforme di e-commerce. Questo significherebbe che l’imposta non riguarderebbe solo Shein o Temu, ma anche Amazon, eBay e simili.
Parallelamente, a livello UE, si sta modificando una norma simile: fino a oggi, i pacchi di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra-UE erano esenti da dazi, agevolando aziende cinesi e altre piattaforme internazionali. Tuttavia, il Consiglio Ecofin ha deciso di eliminare questa esenzione, e alcuni Stati membri, tra cui Italia e Francia, spingono per anticipare il termine già al 2026, anziché al 2028. Queste modifiche sono indipendenti dalla legge di bilancio italiana, ma impattano direttamente sul commercio online internazionale.
In sintesi, la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi potrebbe entrare in vigore nel 2026, con possibili estensioni a tutte le spedizioni e ulteriori oneri per chi acquista tramite e-commerce. La legge di bilancio è ancora in fase di definizione, quindi i dettagli finali potrebbero mutare nei prossimi giorni.
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