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20 Dicembre 2025 - 14:45
Nemmeno un anno è passato dall’ultimo rinnovo contrattuale valido per il triennio 2022-2024 e già si profila un nuovo incremento salariale per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Lo scorso giovedì 18 dicembre, sindacati e Aran si sono incontrati per discutere le disponibilità economiche destinate ai prossimi rinnovi. Il prossimo appuntamento è fissato per il 20 gennaio, quando proseguiranno le trattative.
La trattativa riguarda inizialmente poco più di 200 mila dipendenti del comparto Funzioni Centrali, tradizionalmente i primi a sedersi al tavolo negoziale. Questo settore dà il via all’intero ciclo di rinnovi del pubblico impiego.
Incrementi medi: secondo il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, il rinnovo del Contratto Funzioni Centrali 2025-2027 garantirà un aumento medio di 167 euro mensili per tredici mensilità, per 204.590 dipendenti. L’incremento varia a seconda dei settori, tra Ministeri, Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.
Naddeo ha spiegato che i calcoli sono stati basati sui dati aggiornati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato 2023, includendo gli aumenti già previsti dal contratto 2022-2024 e la neutralizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale.
Ora inizia la fase negoziale vera e propria: sarà il momento di decidere insieme ai sindacati come distribuire le risorse, dal trattamento tabellare alla contrattazione integrativa, fino a possibili novità normative.
Personale ministeriale: +153 euro al mese
Agenzie fiscali: circa +190 euro, grazie a indennità e premi
Enti come Inps e Inail: +186 euro
Cnel ed Enac: 185–186 euro
Agid: fino a +231 euro mensili
Secondo la Legge di Bilancio 2025 (articolo 1, comma 128), le risorse stanziate per il triennio sono:
1,775 miliardi di euro per il 2025
3,550 miliardi per il 2026
5,550 miliardi a regime dal 2027
A queste si aggiungono fondi analoghi per le amministrazioni non statali del comparto, per un totale complessivo di circa 10 miliardi di euro.
Se una parte delle risorse venisse destinata al salario accessorio anziché alla retribuzione fissa, le cifre medie degli aumenti potrebbero cambiare.
Il prossimo incontro tra Aran e sindacati è previsto per il 20 gennaio, confermando l’intenzione di accelerare le trattative. Anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha sottolineato l’importanza di mantenere continuità nei rinnovi, evitando i ritardi che hanno caratterizzato le scorse tornate contrattuali.
I punti critici da affrontare sono limitati, considerando che l’ultimo accordo è stato firmato meno di un anno fa. Tra questi:
Norme sull’uso dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione, soprattutto nella gestione e valutazione del personale, con l’obiettivo di maggiore trasparenza.
Applicazione della settimana corta a parità di orario, prevista dal contratto precedente ma mai implementata nei ministeri.
Il rinnovo delle Funzioni Centrali funge da apripista per l’intero ciclo dei contratti pubblici. In questa tornata, tutti i contratti principali sono già stati definiti, compreso quello del comparto scuola, che interessa circa 1,3 milioni di docenti e personale Ata. Una volta ottenuto il via libera definitivo dall’esecutivo, gli aumenti sugli stipendi entreranno in vigore in tempi brevi.
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