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CRONACA GIUDIZIARIA
24 Dicembre 2025 - 09:00
Cinque mesi di coma, poi la morte. E ora una richiesta di condanna. A Torino la procura ha chiesto due anni di carcere per un artigiano edile di 59 anni, accusato di omicidio colposo per la morte di Dorin Ion Gavreliuc, precipitato da una finestra di una palazzina di corso Vercelli nel novembre 2021. La sentenza è attesa a gennaio. L’imputato è difeso dall’avvocato Andrea Panero, che confida nell’assoluzione. Gavreliuc, giardiniere, fragile e con problemi di alcol, era arrivato in Italia dalla Romania. Aveva lavorato come bracciante a Saluzzo prima di trasferirsi a Torino. Il 4 novembre 2021 raggiunge un amico in corso Vercelli 28, dove quest’ultimo stava sgomberando un alloggio. Davanti al giudice, l’imputato ha negato di essere il suo datore di lavoro. “Eravamo amici”, ha spiegato, precisando che in passato lo aveva contattato solo per la potatura di un albero. Quel giorno, aggiunge, non si trattava di un cantiere: lo aveva chiamato per chiedergli se volesse prendere alcuni mobili, poi Gavreliuc aveva rinunciato, passando comunque a salutarlo. È in quel momento che l’uomo cade dalla finestra. Le circostanze restano incerte. Non è escluso che non fosse lucido: secondo quanto emerso, aveva bevuto alcolici poco prima. Trasportato in ospedale, non si è mai ripreso ed è morto il 21 aprile 2022. Per la Procura, però, la palazzina va considerata un cantiere a tutti gli effetti e l’imputato avrebbe avuto obblighi precisi in materia di sicurezza. Secondo l’accusa, avrebbe omesso il piano di sicurezza, l’informazione sui rischi di caduta, la visita medica preventiva e le protezioni alla finestra. La difesa contesta questa ricostruzione, sostenendo che non vi fosse alcun rapporto di subordinazione e che il luogo non potesse essere definito un cantiere. In aula è stata sentita anche la compagna della vittima: “Il suo amico sapeva che Ion era un alcolista. Quel giorno aveva bevuto almeno due birre”.
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