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Pedaggi 2026: la tabella completa degli aumenti autostradali

Scopri tratte per tratte quanto costerà di più dal 1° gennaio: rincari fino all’1,925% e alcune esenzioni strategiche

Pedaggi 2026: la tabella completa degli aumenti autostradali

A partire dal 1° gennaio 2026, gli automobilisti italiani dovranno fare i conti con pedaggi autostradali più alti. L’aumento medio previsto è dell’1,5%, frutto dell’adeguamento all’inflazione stimata per il prossimo anno. La conferma è arrivata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), che ha precisato come l’incremento sia obbligatorio a seguito delle decisioni della Corte Costituzionale e dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art).

Pedaggi, ecco gli aumenti per tratta

L’incremento colpirà tutte le concessionarie coinvolte negli aggiornamenti dei Piani economico-finanziari (Pef). Tra i rincari più significativi spicca quello della Salerno–Pompei–Napoli (+1,925%), mentre alcune tratte resteranno escluse. Di seguito la tabella dei principali aumenti:

  • Autostrade per l’Italia: +1,50%

  • Brennero: +1,46%

  • Brescia – Padova: +1,50%

  • Autovia Padana: +1,50%

  • Salt – Tronco Autocisa: +1,50%

  • Concessioni del Tirreno A10: -3,61%

  • Concessioni del Tirreno A12: -6,30%

  • Consorzio Autostrade Siciliane: +1,50%

  • Autostrade Alto Adriatico: 0,00%

  • Milano Serravalle: +1,50%

  • Tangenziale di Napoli: +1,50%

  • Salerno – Pompei – Napoli: +1,925%

  • Ivrea-Torino-Piacenza Tronco A21: -8,03%

Le tratte escluse dagli aumenti includono Tirreno A10 e A12, Ivrea-Torino-Piacenza A5 e A21, oltre alla Strada dei Parchi (A24 e A25).

Perché la Consulta ha bocciato i rinvii

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che prevedevano il rinvio degli aumenti, ritenendole contrarie ai principi di uguaglianza, imparzialità e tutela dell’iniziativa economica privata. La decisione segue il ricorso di una concessionaria autostradale, sostenuto dal Consiglio di Stato, che lamentava la lesione della libertà d’impresa causata dai decreti legge che prorogavano gli adeguamenti dei pedaggi per il 2020 e 2021.

La Corte ha chiarito che spetta all’Art definire i criteri per fissare le tariffe e aggiornare le convenzioni autostradali, confermando quindi l’obbligo di aumentare i pedaggi.

La reazione politica

L’annuncio degli aumenti ha scatenato polemiche. Il Mit ha criticato i giudici per aver impedito al governo e al ministro Matteo Salvini di bloccare le tariffe fino all’approvazione dei nuovi Pef. Le opposizioni, invece, accusano Salvini di scaricare le responsabilità sui giudici, mentre a pagare il prezzo sono famiglie, lavoratori e imprese.

Angelo Bonelli di Avs ha commentato: “Dal Ponte sullo Stretto ai pedaggi, Salvini accumula fallimenti e incolpa sempre altri”. Silvia Fregolent di Italia Viva ha aggiunto: “Aumentano pedaggi e accise, i servizi peggiorano e le promesse elettorali rimangono disattese”.

I deputati Pd hanno dichiarato: “La Lega scarica ogni responsabilità sulla Corte Costituzionale, ma a pagare sono sempre gli italiani. Il ministro dei Trasporti dovrebbe assumersi le proprie responsabilità invece di inventare capri espiatori”.

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