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Anti-spoofing Agcom

Chiamate indesiderate: il filtro funziona, ma il telemarketing cambia numero

Milioni di chiamate bloccate dopo l’intervento di Agcom, mentre le attività illegali si spostano su prefissi esteri per aggirare i controlli

Il filtro funziona, ma il telemarketing cambia numero

I primi dati sull’ultima estensione del filtro anti-spoofing di Agcom raccontano una storia a due facce. Da un lato il sistema funziona: in pochi giorni sono state bloccate decine di milioni di chiamate sospette. Dall’altro emerge un effetto collaterale già previsto dagli addetti ai lavori: le attività di telemarketing illegale stanno cambiando strategia, puntando sempre di più su numerazioni con prefisso estero.

Con il termine spoofing si indicano tutte quelle tecniche che permettono di mascherare l’identità reale del mittente. Succede con le email che fingono di arrivare da enti ufficiali e succede, sempre più spesso, con le telefonate: sul display compare un numero italiano che in realtà non esiste o non è mai stato assegnato.

Queste pratiche sono ampiamente utilizzate nel telemarketing massivo e nelle truffe telefoniche. Per contrastarle, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato negli ultimi mesi un piano di filtri progressivi, con l’obiettivo di bloccare le chiamate che utilizzano numerazioni contraffatte.

Il percorso si è sviluppato in due fasi:

  • 19 agosto, attivazione del filtro per le chiamate provenienti dall’estero verso la rete fissa

  • 19 novembre, estensione del blocco alle chiamate verso i numeri mobili

Il bersaglio principale sono le chiamate dall’estero che “si travestono” da numeri italiani.

Agcom ha diffuso i dati relativi al periodo compreso tra il 19 e il 30 novembre, i primi 11 giorni di piena operatività del filtro anche sulla rete mobile. Il risultato è significativo: 49,3 milioni di chiamate in entrata sono state bloccate.

C’è anche un chiaro effetto deterrente. Prima dell’attivazione del filtro mobile, dal 1° al 18 novembre, le chiamate dall’estero che utilizzavano un numero mobile italiano erano 483,2 milioni. Dopo l’entrata in vigore del blocco, dal 19 al 30 novembre, il numero è sceso a 88,3 milioni.

Un calo netto, che conferma come una parte consistente del traffico fosse legata a pratiche irregolari.

Analizzando più a fondo le tabelle emerge però un dato inatteso solo in apparenza. Nello stesso periodo, il numero complessivo di chiamate provenienti dall’estero è aumentato sensibilmente:

  • 119,1 milioni dal 1° al 18 novembre

  • 285,5 milioni dal 19 al 30 novembre

Più del doppio.

La spiegazione arriva direttamente da Agcom, che in una nota parla di un vero e proprio spostamento delle attività illegali verso numerazioni non coperte dal filtro: “La diminuzione di tentativi di chiamate provenienti da numeri mobili italiani contraffatti si è accompagnata a uno spostamento delle attività illegali di teleselling verso numerazioni con prefisso estero. Ciò rappresenta un chiaro segnale di ripiego da parte delle attività illecite”.

In altre parole, non potendo più utilizzare numeri italiani falsi, i call center irregolari stanno ripiegando su numeri stranieri, più facili da riconoscere per gli utenti ma ancora tecnicamente legittimi.

Il bilancio iniziale del filtro anti-spoofing è quindi positivo, ma non risolutivo. Le chiamate con numeri italiani falsi diminuiscono drasticamente, mentre cresce l’uso di prefissi esteri come nuova frontiera del telemarketing aggressivo.

Per gli utenti il consiglio resta lo stesso: diffidare delle chiamate internazionali inattese e continuare a segnalare gli abusi. Per Agcom, invece, la sfida è chiara: affinare ulteriormente i filtri, sapendo che chi opera nell’illegalità è pronto a cambiare strada non appena una viene chiusa.

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