Contraffazione, aumentano i sequestri: Piemonte quinto in Italia con 6,3 milioni di pezzi

La contraffazione continua a rappresentare un fenomeno in crescita in Italia. Il Rapporto Iperico 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy fotografa l’andamento dei sequestri di merce contraffatta e colloca il Piemonte al quinto posto tra le regioni italiane, con 6,3 milioni di pezzi sequestrati e un incremento del +553% rispetto al 2023.

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A livello nazionale, il Lazio resta la regione con la quota più alta di merce sequestrata (33,7% del totale 2024), pari a circa 12,1 milioni di pezzi, anche se con una riduzione del -70% rispetto all’anno precedente. Seguono la Campania (23,3%, con 8,4 milioni di pezzi e un aumento del +1.163% rispetto al 2023), la Toscana (17,6%) e il Friuli Venezia Giulia (5,5%).

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Secondo Confartigianato Torino, l’aumento dei sequestri in Piemonte segnala un rafforzamento delle reti del falso anche in territori tradizionalmente legati alla produzione manifatturiera e artigiana. Il presidente Dino De Santis evidenzia che la crescita del mercato illegale produce effetti diretti sulla concorrenza e sull’equilibrio dei settori produttivi, con un impatto particolare sulle piccole imprese e sui marchi indipendenti, spesso penalizzati dalla vendita di prodotti imitativi a basso costo.

Per l’associazione, la risposta al fenomeno non dovrebbe limitarsi agli interventi repressivi, ma includere strumenti utili a migliorare trasparenza e tracciabilità delle filiere, così da rendere più riconoscibile il valore della produzione regolare e tutelare il lavoro delle imprese che operano nel rispetto delle norme.

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Confartigianato segnala inoltre con favore l’introduzione della Certificazione unica di conformità delle filiere della moda, prevista da un emendamento al Ddl annuale Pmi approvato dal Senato. Secondo De Santis, la certificazione potrebbe diventare uno strumento di garanzia se costruita in modo da evitare un incremento di burocrazia e se capace di riconoscere gli audit già esistenti, assicurando tracciabilità completa, equa remunerazione e un effettivo valore aggiunto per le imprese artigiane e le PMI che costituiscono una parte significativa della manifattura italiana.

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