In occasione della prima della Turandot, fa il suo debutto il città il nuovo sovrintendente del Teatro Regio di Torino. Seduto in platea insieme al sindaco Stefano Lo Russo e al governatore Alberto Cirio, Mathieu Jouvin ha potuto godere dell’opera di Puccini, che confessa essere tra i suoi compositori preferiti in assoluto. «Se dovessi scegliere un’opera da portare su un’isola deserta come me, sarebbe il Trittico di Puccini» racconta nel pomeriggio, presentandosi alla stampa. «C’è amore, dramma e riso: penso rappresenti bene la vita nella sua interezza» spiega e comincia a svelare i suoi gusti e il suo carattere.
«Stiamo già pensando di portarlo a Torino nei prossimi anni» aggiunge, in un italiano impeccabile. A seguire, il nuovo sovrintendente metterebbe il valigia la Cavalleria rusticana e La Dama di picche di Cajkovskijmi. «Mi suscita un’emozione fortissima» commenta e subito aggiunge: «Sono momenti difficili per parlare di opere russe, ma sono beni che appartengono al mondo». Sulle ragioni poi che lo hanno spinto a candidarsi per ricoprire il ruolo di sovrintendente del Regio di Torino rivela un carattere ambizioso: «Se una persona si presenta per questo incarico, deve avere qualcosa da dire. E io penso di avere qualcosa da dire per il Regio».
A convincerlo poi, pare sia stato il processo di nomina, che lo ha messo in competizione con molte altre candidature internazionali e di livello. «Ho sentito fin dai primi colloqui che qui avrei trovato un ambiente positivo - aggiunge -. Sono impaziente di iniziare a lavorare a tempo pieno». Il primo incontro con i dipendenti del teatro è fissato per il 6 maggio e, dal primo luglio, Jouvin sarà impegnato a tempo pieno in teatro. Al momento infatti viaggia tra Torino e Parigi, dove sta sbrigando i passaggi di consegna al Théâtre des Champs Élysées. «Spero che il Regio possa tornare presto a Parigi - lancia una prima suggestione -. Fino al 2017 era presente, una volta all’anno almeno, con un’opera di concerto. Mi piacerebbe poter replicare quell’esperienza, ma prima dobbiamo verificare le condizioni economiche del teatro. Se si potrà, sarà bellissimo».
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La cautela non è mai troppa, ma è pur vero che oggi l’Ente lirico naviga in acque decisamente migliori rispetto al passato. «È stato approvato il Piano della pianta organica dal Ministero e questo consente di stabilizzare venti precari» fa sapere il sindaco Lo Russo, in conferenza stampa. «Siamo nella fase di completamento dell’operazione finanziaria di ristrutturazione dei conti» sottolinea. Jouven dovrà poi occuoparsi della seconda fase di ristrutturazione del Regio, che chiuderà a giugno per consentire i lavori. Dovrebbero inoltre arrivare a giorni i famosi 25 milioni del Piano di risanamento, «che daranno ulteriore ossigeno alle casse del teatro» commenta il direttore generale del teatro Guido Mulè. Appare ancora indefinito il futuro di Sebastian Schwarz, ex sovrintendente del Regio, per cui Jouvin ha speso fin da subito parole di miele. Quel che è certo, è che un direttore artistico gli serve.
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