La Crocetta ha una curiosa storia di “sovrapposizioni” edilizie: tra le aree storiche della città è una di quelle che ha cambiato più volte aspetto. A metà ‘800 vi fu trasferita la piazza d’Armi, che occupava l’odierno borgo San Secondo: in quella che è l’attuale isola pedonale tra i corsi Castelfidardo, Montevecchio, Einaudi e Ferraris, dove rimase fino a inizio ‘900. Qui si tenevano non solo le parate, ma anche i primi grandi eventi “di massa”: come il circo di Buffalo Bill, nel 1906. Per gli eventi sportivi c’era il Velodromo Umberto I, sull’asse del corso omonimo, tra le vie Caboto e Vespucci. Per le gare ciclistiche, venne “convertito” in stadio per disputare gli incontri di calcio. Il motovelodromo Umberto I fu chiuso nel 1917 e smantellato negli anni successivi: al suo posto sono stati costruiti numerosi palazzi. Tuttavia, i più imponenti eventi sportivi avevano luogo in un’altra struttura, anch’essa scomparsa: lo Stadium. Il più grande d’Italia e uno dei tre più grandi del mondo, ma non fu quasi mai usato. Lungo 361 metri e largo 204, copriva 73.600 metri quadrati e poteva contenere dai 40mila agli 80mila posti a sedere. Sorgeva al posto dell’attuale Politecnico, tra i corsi Einaudi - allora Peschiera - Castelfidardo, Montevecchio e Duca degli Abruzzi. Lo Stadium era semplicemente il primo, moderno stadio cittadino. Venne costruito nel 1911, “l’anno mirabilis” di Torino, nel quale la città viveva il meglio della sua Belle Époque. Dentro c’era un campo da calcio, una pista di pattinaggio, una piscina e tre piste per le gare ippiche. Il problema è che era troppo grosso per poter vedere con precisione le partite: i giocatori erano come puntini in mezzo al campo. Poi la struttura andò incontro al declino, e nel 1927 venne chiuso. Demolito dopo la guerra, al suo posto fu costruito il Politecnico.
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IL MUSEO CIVICO C’è stato un periodo nel quale Torino aveva un museo civico, che raccontava la storia della città. Poi distrutto dalle bombe della seconda guerra mondiale la notte del 21 novembre 1942. Esternamente assomigliava a una stazione, e forse non era un caso: si trovava a metà strada tra Porta Nuova e Porta Susa, dove oggi sorge la Gam.
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