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21 Maggio 2022 - 07:53
La pandemia ci ha riportati a leggere, anche se inevitabilmente favorendo il mercato on line. Questo è l’assunto che viene ripetuto costantemente - che la pandemia ci abbia riavvicinati alla cultura l’hanno detto anche Mattarella nel suo messaggio e il ministro Franceschini -, ma quanto c’è di vero? La realtà, dati alla mano, è che dopo il lockdown leggiamo meno, ma sempre e comunque più del periodo pandemico. Ergo, nella costrizione, qualcosa di buono ci è rimasto addosso. E le librerie reali - di catena o di quartiere - stanno prendendosi la rivincita.
Questa la situazione secondo il rapporto dell’Associazione Italiana Editori-Aie, su rilevazioni Nielsen BookScan, presentato ieri come da tradizione nel secondo giorno di Salone. Nelle librerie fisiche, in tutta Italia, sono stati venduti libri per un valore a prezzo di copertina di 245,8 milioni, nelle librerie online 201,7 milioni di euro, nella grande distribuzione 21,6 milioni. Si interrompe così la crescita dell’online che proseguiva ininterrotta dal 2019. A livello di quote, le librerie superano la metà delle vendite con il 52,4%, l’online si ridimensiona al 43%, la grande distribuzione cala ancora fino al 4,6%. Secondo la ricerca, nei primi quattro mesi del 2022 sono stati venduti 32 milioni di libri nei canali trade (librerie fisiche e online e grande distribuzione) per 469 milioni di euro di valore a prezzo di copertina, in flessione rispettivamente del 2,5% e del 3,7% rispetto ai primi quattro mesi del 2021. Ma rispetto al 2019, prima della pandemia, sono state vendute 5 milioni di copie in più (+ 17%) che corrispondono a 65 milioni di euro di valore a prezzo di copertina (+ 16%), però considerando che i libri sono aumentati di prezzo.
Infatti, è stato detto, pesano sui risultati del 2022 l’aumento del prezzo della carta - oltre il 50% rispetto al gennaio 2021 - l’inflazione al 6,2% (dato di aprile) e il calo dell’indice di fiducia delle famiglie, passato dal 117,7 di dicembre 2021 a 100 di aprile 2022. Gli unici generi in crescita nel 2022 sono la narrativa straniera e i fumetti le cui vendite nelle librerie, dal 2019 a oggi, sono triplicate. Senza i fumetti la flessione rispetto al 2021 sarebbe del 5,3% e non del 3,7%. E, rispetto al 2019 pre-pandemia, senza i fumetti la crescita del mercato sarebbe stata del 10,8% e non del 16%.
Da una rilevazione dell’Osservatorio Aie, a cura di Pepe Research, gli acquirenti che nelle loro scelte dichiarano di essere stati influenzati “molto” o “abbastanza” da quanto letto, visto o ascoltato sui social network sono il 59% nel 2021, erano il 50% nel 2019. E la Top 10 dei primi quattro mesi rispecchia in qualche modo questa analisi, con sul podio “Fabbricante di Lacrime” (Magazzini Salani) di Erin Doom, “Finché il caffè è caldo” (Garzanti) di Toshikazu Kawaguchi e “Violeta” (Feltrinelli) di Isabel Allende.
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