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13 Marzo 2021 - 08:32
Superare le logiche di campanile per cogliere e sfruttare al meglio le opportunità del Recovery Plan. Cgil, Cisl e Uil scrivono ai 40 Comuni della zona sud di Torino, da troppo tempo nell’occhio del ciclone di una crisi che sta mettendo in ginocchio il tessuto produttivo della provincia sud di Torino. «In Piemonte arriveranno 13 milioni di euro che andranno ben spesi - scrivono le sigle sindacali -. Occorre fare squadra per cogliere questo treno dell’innovazione e dell’ammodernamento dei nostri territori».
Trasporto pubblico locale, connessione digitale, servizi sanitari territoriali (con il potenziamento dei Lea, livelli essenziali di assistenza), coesione sociale, sviluppo industriale e terziario i perni su cui dovranno girare i progetti per il rilancio dell’area. «È forse una delle ultime occasioni per superare il declino che attraversa il Paese e il nostro territorio - sottolinea Marco Prina, della Camera del lavoro di Moncalieri -. Ma soprattutto è un’occasione per ridare occupazione, ricollocazione e riqualificazione per chi il posto di lavoro lo ha perso o rischia di perderlo. Abbiamo numerose aree di crisi, come l’Embraco o la Mahle, nel nostro territorio a cui pensare. Così come aree di eccellenza da potenziare, riconvertire e rilanciare». Necessario, dunque, favorire nuovi insediamenti come quello di Google nella zona industriale di Sanda Vadò.
Fondamentale, il ruolo che il nuovo ospedale unico dell’Asl To5 potrebbe giocare nel contesto post-pandemia. Posizione condivisa da Gian Piero Drappero, responsabile Cisl per Moncalieri e Orbassano, e Claudio Chiarle di Cisl Fnp zona Sud. «Questo territorio ha bisogno di un forte programma di rilancio - chiude Francesco Lo Grasso, Uil -. L’esempio da non ripercorrere è quanto sta avvenendo per la creazione dell’ospedale unico della Asl Torino 5. Divisi su dove collocarlo, rischiamo di perdere le risorse che l’Inail è disponibile a mettere in campo».
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