Aule studio immerse nel verde, una biblioteca in grado di accogliere ogni giorno 4mila visitatori. E ancora, un Borgo Medievale senza più transenne e impalcature pericolanti, il Teatro Nuovo aperto agli spettatori e i battelli che portano i turisti su e giù lungo il Po... Il Piano Valentino sembra un sogno e promette ai torinesi di far rinascere il loro parco cittadino, da troppi anni abbandonato. Il sogno costa 100 milioni di euro. E a pagare sarà l’Europa, grazie a un mix dei fondi React e Next Generation Eu.
Il completamento dei lavori è previsto tra la fine del 2025 e l’inizio del ‘26. Nel dettaglio, 11 milioni verranno spesi per sistemare le aree verdidel parco, 10 per la navigazione sul fiume, sei milioni per il Borgo Medievale e il grosso, 75 milioni di euro, per i lavori a Torino Esposizioni. «Siamo partiti dal masterplan del 2013 redatto dal Politecnico, che prevedeva per il Padiglione Nervi il trasferimento della biblioteca civica centrale - racconta l’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria -. Rispetto al primo progetto, abbiamo preso atto che il Padiglione Morandi non avrebbe potuto ospitare le aule studio inizialmente previste dal masterplan, che verranno spostate nei Padiglioni 3a e 3b dell’Ateneo».
Cosa ne sarà dunque del Morandi? Attualmente impegnato come Covid Hospital. «Sicuramente si cercherà di integrarlo sia con le attività del parco che con quelle della biblioteca - spiega ancora Iaria -. Così com’è, dal punto di vista strutturale, è sicuro». Il collegamento sotterraneo con il Padiglione Nervi potrebbe poi essere sfruttato per dare continuità al complesso, il cui cuore resta la biblioteca. «Avrà un ruolo sociale e di comunità - sottolinea l’assessore alla Cultura Francesca Leon -. E sarà anche un polo di attrazione turistica».
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I visitatori poi potranno godere di tutti gli edifici che popolano il Borgo Medievale e della riqualificazione del Teatro Nuovo. «Vogliamo che rappresenti un cambio di passo dell’ammi - nistrazione verso le arti performative». Anche in questo caso sono significativi i vincoli architettonici della struttura. «Sul lato trasporti cercheremo di far rinascere la navigabilità sul Po - commenta l’assessore Maria Lapietra -. Mettere delle ricariche elettriche in zona fiume non è sicuro. Quindi stiamo ragionando sull’acqui - sto di barche ibride, per superare il problema del rifornimento». Un sogno ecologico e innovativo quello del Piano Valentino, che è rimasto per troppo tempo del cassetto.
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