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02 Febbraio 2022 - 07:50
Senza un aiuto concreto da parte del governo, la transizione all’elettrico del settore automotive non s’ha da fare. Lo dicono i sindacati, che invitato Comune e Regione a intensificare (o meglio, ad avviare) il pressing su Roma. E lo ribadisce anche il sindaco Stefano Lo Russo. «Ho incontrato il presidente John Elkann e ho maturato il convincimento di avviare un’iniziativa istituzionale, di concerto con la Regione Piemonte, nei confronti del Governo» spiega il primo cittadino, accennando a un incontro avvenuto un mese fa e in cui si è discusso anche del futuro del polo di Mirafiori. «Il presidente Alberto Cirio mi ha già detto che è d’accordo con me nel redigere questo documento - prosegue il sindaco Lo Russo -. Su questo punto c’è la massima sintonia tra di noi». La preoccupazione non riguarda solo la produzione diretta dell’auto, quanto le centinaia di aziende legate all’indotto del settore in Piemonte. «Dobbiamo difenderle» tuona Lo Russo e prosegue: «Immaginare una transizione verso l’elettrico senza contributi governativi è velleitario». Il modello da perseguire, secondo il sindaco di Torino, è quello portato avanti da Francia e Germania. «Non c’è transizione elettrica senza impegno economico da parte del governo» rimarca ancora. Il documento da presentare al premier Draghi e ai suoi ministri è in fase di preparazione. Si tratta di «una piattaforma programmatica di proposte» chiarisce ancora il sindaco.
Parlando poi nello specifico del polo di Mirafiori, la priorità è quella di creare un mercato intorno alla produzione della 500 elettrica. «C’è poi un tema che riguarda tutta la filiera dell’auto piemontese - torna sul punto Lo Russo -. Il settore dell’indotto ha necessità di essere accompagnato e non abbandonato in questa fase così delicata». L’unica certezza per il Comune è che «la transizione ecologica non può essere lasciata in balia delle regole del libero mercato». Oltre agli incentivi, appare urgente ragionare sulla riconversione di alcune aziende legate alla vecchia produzione. Anche il presidente dell’Unione Industriali Giorgio Marsiaj si dice «pronto a collaborare» con Comune e Regione per portare al governo una piattaforma programmativa. «Da tempo sostengo che l’Italia deve dotarsi con urgenza di una politica industriale - spiega in una nota -. Per il settore dell’auto e per quello più ampio della mobilità, come peraltro sta avvenendo nei principali Paesi europei: la Francia, la Germania e la Spagna».
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