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Cambi e motori termici: «7mila posti a rischio con la svolta elettrica»

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«Mirafiori è una fabbrica senza futuro». Lo dicono un po’ tutti i lavoratori del settore automotive presenti all’incontro di ieri della Fiom-Cgil che ha condotto un’indagine su 90 aziende del territorio operanti su motori, cambi e componentistica«Ben 7mila persone su 21mila rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi anni a causa della transazione elettrica in atto che non prevede più la produzione di cambi e componenti del motore termico» spiega Edi Lazzi, segretario della Fiom-Cgil Torino.

LA CRISI DELLE EX MECCANICHE Uno dei comparti più in crisi è quello delle ex officine Meccaniche di Mirafiori in cui attualmente lavorano circa 900 addetti sui cambi della Panda e della 500 con motore a combustione. Tra questi c’è Stefano Napolitano, 54 anni, che si occupa della riparazione dei cambi: «Tutto quello per cui lavoro da una vita non serve più, Stellantis ha già messo a disposizione lo stabilimento e la fine sembra prossima». Nelle sue parole c’è tanta rabbia ma anche paura di perdere il posto di lavoro e di non riuscire più a badare alla famiglia: «Ho tre figli a carico, non so proprio come farò a mantenerli se ci lasciano a casa. E nella mia situazione sono centinaia di colleghi». Si respira quasi una sorta di rassegnazione parando con i tanti operai di Mirafiori presenti in sala. «L’azienda ha offerto 70mila euro lordi per uscire anche a chi non ha raggiunto l’età pensionabile, cerca di venirci incontro con i soldi ma è ovvio che non sta puntando sul futuro di Mirafiori» spiega Giacomo Zulianello, rsa Fiom a Mirafiori ed ex dipendente Bertone. «Tavares un anno fa ci disse che non avrebbe chiuso lo stabilimento di Grugliasco, invece è stato il primo a tirare giù le serrande, orami non abbiamo perso la fiducia nell’azienda».

«IL 60% DI NOI HA PROBLEMI FISICI» A far tremare i lavoratori Fca è anche l’età media avanzata degli addetti che svolgono attività usuranti. «I giovani non vengono assunti e l’età media di chi lavora a Mirafiori è di 54 anni - spiega Zulianello -, due giorni fa ci siamo ritrovati in assemblea ed è emerso che circa il 60% di noi ha problemi fisici per via delle condizioni di lavoro molto pesanti a cui siamo sottoposti. E i robot svolgono appena il 5% del lavoro. Stiamo cercando di cambiare i carichi di lavoro e prevedere visite mediche aggiuntive perché così non si può più andare avanti».

COMPONENTISTICA IN DIFFICOLTA' Un altro settore in crisi dopo la fusione di Fca con Psa è quello della componentistica. «Le linee di produzione che lavorano con Stellantis sono in difficoltà - spiega Barbara Chiappetta, Rsa Fiom dello stabilimento Skf di Airasca che produce cuscinetti a sfera delle ruote -, con il Covid abbiamo subito un lungo periodo di cassa integrazione. Non è certo un bel momento».

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