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Il reportage

Rubinetti d’oro o fabbriche ecologiche: il Piemonte insegue affari negli Emirati

Business e tecnologia nei giorni dell'Esposizione Universale

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Quello che si può immaginare si può realizzare, e chi ci riesce ha il mercato assicurato. Nel mercato d’alta gamma, in fondo, funziona così. Come i rubinetti d’oro nelle sfarzose dimore di emiri e miliardari della new economy, oppure i mosaici non solo per il fondo di una piscina ma anche per la facciata di un grattacielo: «Li progetto usando modelli matematici» dice Simone FerreroÈ il bello del «luxury brand» e rappresenta un settore in continua crescita per le imprese piemontesi. Come dimostrano gli uomini in dishdasha e kefiah bianche che, al Waldorf Astorf di Dubai, osservano rapiti le teche con i gioielli made in Piemonte, oppure controllano la qualità dei tessuti, mentre imprenditori mediorientali in vistosi completi soppesano gioielli e anelli di brillanti.

Sono sedici le imprese piemontesi arrivate a Dubai per due giorni di incontri, «b2b» è il termine tecnico, sorte di speed date dove incontrare acquirenti, investitori, petroldollari, oro, bitcoin, occasioni da Emirati, Qatar, Arabia. Alessio Creola della novarese Giulini, per esempio, è l’uomo che vende i rubinetti d’oro agli arabi: «Ecco qua e questo è anche una buona occasione, solo 540 euro, realizzato in un bagno galvanico d’oro» dice mostrando un miscelatore. E il catalogo prevede la possibilità di realizzare rubinetterie in tutti i colori dell’arcobaleno e non è un modo di dire. Questa clientela va accontentata.

Esclusività e sapienza artigianale. I materiali migliori, come quelli di Clara Bertoli della Maison Claire. Oppure quelli impiegati dalla Creative Cables di lungo Dora Colletta, a Torino: la sua specialità sono i cavi elettrici, sì proprio i cordoni e cordoncini di lampadari e abat jour da realizzare in ogni forma e colore, facendoli divenire pezzi di arredamento personalizzato: «Lavoriamo molto con interior designers che cercano il particolare da realizzare su misura».

Ai tavolini del Waldorf Astoria vanno e vengono uomini d’affari, anche imprenditori italiani espatriati che cercano nuovi partner, per i quali i mercati arabi possono essere un’occasione dopo la pandemia. Lo dice Alessia Collini, della coltelleria di famiglia: suo fratello progetta e lei trova i nuovi mercati. «In pieno Covid cercavo proprio qualcosa di nuovo e ho trovato qui a Dubai un uomo d’affari con la passione per i coltelli artigianali. Ora è il nostro rivenditore. Ci sono chef di alberghi di lusso che vogliono solo coltelli unici, realizzati appositamente, come i nostri».

Il prodotto si vende, l’idea si propone: progetti, design hanno bisogno di partner, collaboratori locali in cerca di nuove soluzioni. Marco Visconti è specializzato in architettura sostenibile: studio in corso Massimo, ha realizzato fabbriche e strutture per Ferrari e Lavazza e negli Emirati ha pronto il progetto per una fabbrica versatile «nel senso che può variare il suo uso con pochissime modifiche, perché da queste parti capita costantemente. Anche questa è sostenibilità» dice, spiegando il suo concetto di energie pulite e attenzione all’ambiente «che devono far parte delle nuove strutture».

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